Caratteristiche della filiera del turismo in Abruzzo anno 2023

di Renato De Iuliis

Attorno al sistema turistico abruzzese, al 31 dicembre 2023, gravitano 18.956 unità locali attive (erano 18.789 nel 2022) pari al 12,3% di tutto il sistema imprenditoriale regionale (153.979 unità), che occupano 68.134 addetti (il 15,8% dei 430.904 addetti complessivamente rilevati).

L’incidenza della filiera turistica sull’economia locale risulta simile rispetto a quella media registrata a livello nazionale. Nella provincia di Chieti risultano 4.919 unità locali attive (erano 4.817 nel 2021), con un peso pari al 10% sull’intero comparto economico provinciale e con 17.954 addetti (erano 15.987 nel 2021), il 13% di tutti gli addetti complessivamente occupati. Nella provincia di Pescara si rilevano 4.380 unità locali attive (erano 4.342 nel 2021), che rappresentano il 12% di tutte le unità locali della provincia, con 15.657 addetti (erano 13.877 l’anno precedente), il 16% di tutti gli addetti complessivamente occupati.

Dalla rilevazione annuale della capacità delle strutture ricettive che rileva le principali informazioni di carattere strutturale degli esercizi ricettivi nel 2023 l’Abruzzo risulta disporre di 3.687 strutture ricettive (erano 3.468 nel 2022), di cui 774 alberghi (erano 773 nel 2022), che consentono di offrire complessivamente 120.713 mila posti letto (di cui 50.476 in strutture alberghiere).

In provincia di Chieti aumentano a 1.027 le strutture ricettive (erano 951 nel 2022), di cui 137 alberghi, con un totale di 27.521 posti letto (erano 26.850 nel 2022); il 63% delle strutture alberghiere è a 3 stelle (in Abruzzo è del 56% e in Italia del 46%), il 17% a 4 stelle, il 12% a due stelle, il 7% a 2 stelle e l’1% a 5 stelle.

In provincia di Pescara risultano 634 le strutture ricettive (erano 591 nel 2022), di cui 89 alberghi, con un totale di 13.277 posti letto; il 58% delle strutture alberghiere è a 3 stelle, il 22% a 4 stelle, il 9% a una stella, il 5% a 2 stelle il 5% residenze e l’1% a 5 stelle.

I principali risultati della rilevazione riguardano il movimento clienti (arrivi e presenze) secondo le seguenti modalità di classificazione: specie, tipo e categoria degli esercizi, ambito territoriale di riferimento (regione, provincia, circoscrizione turistica); mese di rilevazione; paese di residenza estera; regione italiana di residenza; tipologia di località; capacità ricettiva e copertura del movimento. L’aspetto di maggior interesse di tali risultati risiede proprio nella possibilità di articolare il movimento dei clienti secondo tutte le possibili combinazioni delle variabili considerate, in modo da consentire un’analisi approfondita delle relazioni che intercorrono tra queste. Posto il valore 100 nel 2017 il trend degli arrivi e delle presenze risulta stazionario nel 2018 e 2019 per registrare un netto calo nel 2020 e una decisa ripresa dal 2021 al 2023.

Le statistiche mensili sul movimento dei clienti nel complesso degli esercizi ricettivi vengono elaborate regolarmente dall’Istat già dagli anni 50 e rappresentano la principale fonte di informazione sul turismo interno disponibile in Italia.

Il confronto tra il 2023 ed il 2022 deve essere letto tenendo conto come le sensibili variazioni positive degli arrivi continuino dopo la drastica contrazione sofferta in tutta la movimentazione turistica durante il periodo pandemico, mentre si segnala una sensibile ripresa anche delle presenze soprattutto di carattere interno.

Nel 2023 il tasso di utilizzo dell’offerta ricettiva alberghiera a livello provinciale è stato  diverso a Chieti rispetto a quello di Pescara: il  grado di utilizzazione lorda[1]  delle strutture alberghiere a Chieti  è aumentato al 22% (era al 21% nel 2022) sebbene distante dal 34% registrato a livello nazionale ed anche dal 23% rilevato  nella regione, mentre il dato della provincia di Pescara è stato assai più vicino al dato nazionale e precisamente del 30%.

Tutti i valori sono stati comunque tutti molto più alti di quelli registrati nel 2020 (11% a Chieti, 17% a Pescara, 14% in Abruzzo e 15% a livello nazionale).

[1] Il grado di utilizzazione lorda si misura come tasso di occupazione dividendo il numero delle presenze per il totale dei posti letto disponibili per i 365 giorni che compongono l’anno 

 

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