Parola d’ordine: Non buttarlo! Intervista ad Alessio Cicchini, in arte @Rucolaaa

Lo scorso luglio presso il Porto turistico “Marina di Pescara” ha avuto luogo Mediterranea, la manifestazione organizzata dalla Camera di commercio Chieti Pescara che ha come obiettivo la valorizzazione delle eccellenze del territorio abruzzese e delle sue produzioni enogastronomiche. L’edizione 2024 ha raccontato un Abruzzo diverso, creativo, attento alle tradizioni ma capace di innovare, e lo ha fatto attraverso speaker e testimonial di eccellenza, come Alessio Cicchini, per tutti @Rucolaaa, un giovane di origini abruzzesi divenuto famoso sui social con lo slogan “Non buttarloooo!”, con cui invita grandi e piccini a combattere gli sprechi in cucina e dare nuova vita agli scarti alimentari.

Alessio, Mediterranea ti ha visto impegnato in prima linea quest’anno, con un messaggio importante, rivolto a grandi e piccini. Raccontaci di più.
Parto col dire che partecipare a Mediterranea quest’anno è stato per me un onore e una grande gioia, perché, benché faccia questo lavoro da anni in tutta Italia, ricevere un riconoscimento da parte della mia regione e poter portare il mio messaggio dove sono nato mi riempie di orgoglio.

Durante la manifestazione ho tenuto un workshop di pittura alimentare con i bambini, a cui è seguito uno show cooking con gli scarti alimentari, durante il quale ho utilizzato, ho meglio ri-utilizzato, parti di ingredienti di stagione comunemente considerate “scarti”, che, per questa ragione, vengono spesso buttate. Queste esperienze hanno avuto, a mio avviso, un fortissimo valore educativo, non solo per i bambini, ma anche per gli adulti, che hanno seguito con estrema attenzione i due momenti, perché lanciano un messaggio importante e cioè che nulla in cucina è scarto, perché da tutto può nascere qualcosa.

Questa frase ti rappresenta in modo perfetto, perché parla di riuso, ma soprattutto di valore e di impegno.
Sì, credo fermamente che sia importante riscoprire il valore del cibo che mangiamo, conoscerne la provenienza e i processi che lo hanno portato dalla terra alle nostre tavole. Alle volte diamo per scontati i passaggi intermedi e lo facciamo perché nella società di oggi tutto ci viene servito già pronto: al contrario, attraverso il re-growing, una tecnica di agricoltura domestica che consiste nel piantare e far rinascere dagli scarti del cibo, riusciamo a comprendere il tempo che impiega un germoglio per crescere, il sacrificio, e anche la fatica, delle mani che ne raccolgono i frutti. Questo è un messaggio che cerco di veicolare con i miei contenuti: avere la possibilità di scegliere cosa mangiare, prendersi cura della propria alimentazione, cucinare in modo vario e creativo, richiede tempo ma è un tempo di cui è necessario riappropriarsi perché è da questo che passa la nostra salute e la salute del nostro pianeta.

Cibo, salute, pianeta. Qual è il nesso?
È un nesso inscindibile quello che lega la nostra alimentazione e la salute del pianeta. I numeri parlano chiaro, ciò che mangiamo quotidianamente ha un enorme impatto sull’ambiente, il modo in cui gli alimenti vengono prodotti, confezionati, trasportati ha un enorme impatto sull’ambiente, che siamo abituati a non vedere. Anche solo adottando un’alimentazione in prevalenza vegetale, riducendo la quantità di carne e di prodotti derivati, potremmo produrre un quarto delle emissioni e consumare la metà dell’acqua. So che è difficile perché siamo stati abituati a tutt’altro, ma non facciamoci spaventare, perché è più semplice di ciò che sembra: ad esempio, questo ferragosto ho lanciato una sfida ai miei genitori, abruzzesi doc, dicendo loro che avrei cucinato io per tutti. Ho preparato solo piatti vegetariani e vegani…. risultato? Ospiti felici, una bellissima tavolata, allegra e colorata e mia madre che mi ringraziava perché si era “divertita molto di più a cucinare questi piatti anziché i soliti arrosticini”. Ecco, alle volte è solo una questione d’abitudine o di timore, che sparisce con un po’ di buona compagnia e un di sana curiosità.

In conclusione, educazione e creatività sono le parole chiave della tua “rivoluzione”, che passa soprattutto dai social, dove intercetti un pubblico vario composto da più di 150.000 follower.
Esatto, informarci e sensibilizzarci rispetto al tema della sostenibilità alimentare è il primo passo per risolvere il problema degli scarti e dell’inquinamento associato alle produzioni alimentari. Educare, sin da bambini, a comprendere il valore delle risorse che impieghiamo, attraverso un ortaggio che cresce o una piantina innaffiata, ci fa capire cosa c’è dietro le nostre tavole imbandite e gli scaffali del supermercato, e dà importanza al modo in cui ci nutriamo. Poi bisogna tornare a comunicare e tramandare queste pratiche, soprattutto oggi che il lavoro manuale, quello della terra, sta scomparendo.  Si tratta, me ne rendo conto, di una rivoluzione in primis culturale, in cui tutti, scuole, famiglie, istituzioni dovrebbero impegnarsi quotidianamente. Ma si potrebbe iniziare recuperando le ricette semplici di un tempo, riscoprendo la bellezza di cucinare assieme, con un po’ di ingegno e creatività, lasciandosi stupire dal cibo e dai suoi mille sapori. Perché chi lo ha detto che non posso realizzare un dolce gustoso con il gambo di un broccolo o con una melanzana?!

Caterina Manolio
Ufficio Organizzazione, Performance, Personale. Giurista di professione e formatrice per passione. Mi lascio entusiasmare da tutto, specialmente da quello che non so.

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