Lo chef più wild d’Abruzzo è stato uno degli ospiti più attesi di Mediterranea 2024.
Se non eravate presenti alla mostra e non avete ancora capito di chi stiamo parlando, si tratta di Davide Nanni, lo chef diventato popolare sui social media con il suo particolare format di cucina tra i boschi e il suo motto “J sò wild”, e ormai parte del cast fisso di “È sempre mezzogiorno”, programma di Rai 1 con Antonella Clerici.
Ma conosciamolo meglio.
Davide Nanni ha fatto della propria terra e della tradizione i suoi punti di forza. I suoi piatti sono in grado di coniugare il suo animo wild alla sua passione e competenza, ricordando sempre il valore del territorio e dei prodotti locali.
La sua storia si lega ad un profondo legame con la famiglia. Infatti, è proprio a Castrovalva, un minuscolo borgo abruzzese da quindici abitanti, dove “lo Chef Wild” ha deciso di prendere in gestione l’agriturismo di famiglia: la Locanda Nido d’Aquila. È proprio qui che lo chef porta avanti il suo amore per la cucina, realizzando le sue ricette in mezzo alla natura, cuocendo tutto sulla brace, dalla pasta fresca ai dolci da forno.
Nonostante la sua formazione di livello, anche insieme a chef del calibro di Locatelli – con il quale ha lavorato a Londra – Davide non ha seguito le rigide regole della ristorazione classica.
La competizione sfrenata e lo stress lo hanno convinto a cambiare strada portandolo a scegliere i luoghi del cuore, quelli in cui la cucina, che tanto aveva studiato, si mischia ai ricordi. Da qui, quindi, la decisione di tornare a casa, nel suo piccolo paese, per stare con la famiglia e avere l’occasione di portare avanti un’attività che, ad oggi, è diventata la sua vita. Questa scelta si è rivelata di fondamentale importanza sia per lui, ma anche per il suo borgo, che negli ultimi tempi sta vivendo un forte incremento di visite, proprio grazie all’affluenza derivata dal suo ristorante.
A Mediterranea abbiamo avuto modo di conoscere meglio Davide e di fargli qualche domanda che vogliamo raccontare anche ai lettori di Impresa Informa:
“È stato davvero bello averti con noi alla Mostra Mediterranea, la fiera dell’agroalimentare più longeva d’Abruzzo. Non potevamo non coinvolgere te in questa edizione rinnovata dell’evento che aveva l’obiettivo di raggiungere anche un target più giovane e legato al mondo dei social. Il risultato è stato veramente un successo!
Qualche commento a caldo della tua partecipazione? Come hai vissuto quest’esperienza?”
«Ero molto entusiasta di venire a Pescara a Mediterranea, perché Pescara e i pescaresi sono stati da sempre i miei migliori sostenitori, quindi avevo buone aspettative sull’evento, ma non immaginavo così tanto. Quindi quando sono arrivato lì, vedere tutta quella gente e quell’affetto, è stato qualcosa di speciale!».
“A Mediterranea è emerso un sostegno da parte del pubblico sia per la tua cucina, ma ancor di più per la tua genuinità e bontà d’animo. Che cosa ne pensi?”
«Rappresenta tanto per me, perché io dico sempre che bravi cuochi si può diventare, ma non si impara ad essere brave persone. Quindi se quello che è emerso, ancor di più della mia cucina, è stato il mio carattere, la mia genuinità, questo mi fa capire che sono sulla buona strada e che quando una persona è autentica, ma soprattutto è se stessa, poi alla fine la vita la ripaga in qualche modo. Quindi io spero di aver dato indietro alle persone questa sincerità».
“La tua famiglia è sempre al tuo fianco, come abbiamo visto anche a Mediterranea. Che cosa rappresenta questo per te?”
«Beh diciamo che io alla fine sono il frutto della mia famiglia. I miei genitori sin da piccolino mi hanno indirizzato la strada giusta, che all’inizio non ho sempre seguito, ma poi crescendo mi sono reso conto che quello che mi dicevano era semplicemente un modo per farmi capire quali fossero le scelte giuste da fare. Quindi sono sempre stati molto importanti per me, sia mamma che papà. Papà in un modo, mamma in un altro. I nonni da piccolo mi hanno fatto vivere delle emozioni, delle sensazioni, quelle che io oggi mi porto ancora dietro, e spesso me le porto nei video che faccio sui social, nei piatti del ristorante. Quindi per me, come si evince da quello che dico e da quello che faccio, la famiglia è un po’ tutto. Mamma e papà ancora oggi, con tutto il sostegno che mi danno… in realtà lavorano più loro di me. La famiglia è tutto, ecco».
“A Mediterranea 2024 hai preso parte ad un talk riguardo le tendenze future del cibo. Come vedi, dal tuo punto di vista, il futuro della ristorazione?”
«Sul futuro della ristorazione non so rispondere. Io ho sentito da parte delle persone un bisogno di tornare un po’ alla semplicità, non solo per i video che faccio, ma anche per il tipo di cucina che faccio. È vero che ci siamo innovati tanto, vedi le stelle Michelin, con tutte le tecniche che sono venute fuori negli anni sulla cucina, ma io avverto da parte delle persone anche un bisogno di tornare a mangiare un po’ più semplice. L’esperienza culinaria va bene, ma di pari passo all’esperienza culinaria, le persone cercano un’esperienza umana. Cosa che, appunto, nella Nouvelle Cuisine è difficile trovare, perché si tende più ad essere professionali e si dà meno spazio al lato umano, a quella confidenza che prendi con il cliente. Non posso prevedere il futuro, ma secondo me torneranno di moda le cose un po’ più semplici».
“Che consiglio ti senti di dare ai giovani?”
«Consigliare è sempre un po’ difficile, ma se posso dire qualcosa, vedendo la mia esperienza personale, consiglio di essere sempre se stessi e di seguire soprattutto il proprio credo e quelle voci che ogni tanto abbiamo interiormente e che facciamo fatica ad ascoltare. Ma soprattutto, consiglio di non ascoltare quelle persone che, spesso quando ci criticano, nonostante noi sappiamo di svolgere bene un lavoro, ci criticano perché probabilmente hanno visto i nostri punti di forza, che sono meglio dei loro. Quindi sempre se stessi e stay wild!».