Dopo la grande crisi del 2020, la crescita del valore aggiunto prodotto dalle province di Chieti e Pescara nel 2021 è pari al +10,7% per la prima e +9,7% per la seconda. Crescita che prosegue nel 2022, con minore intensità, attestandosi per il territorio teatino al +4,1% e per il pescarese a +4,4%. Si tratta di una dinamica che ha consentito il pieno recupero di quanto perso nel 2020 da entrambe le province, confermando la reattività dei due sistemi produttivi medio-adriatici, soprattutto considerando le asperità e le incertezze derivanti dal contesto internazionale.
A partire dalla seconda metà del 2022, infatti, l’economia internazionale riduce l’intensità della propria crescita in ragione di numerosi fattori, quali l’incertezza dello scenario geopolitico internazionale, i processi inflattivi determinati dagli aumenti energetici, il progressivo incremento dei tassi di interesse che potrebbe portare ad una nuova recessione globale, le politiche protezionistiche adottate in molti stati, il possibile impatto dell’intelligenza artificiale sulla fiducia nella politica e nelle istituzioni, il progressivo esaurirsi degli interventi legati al bonus edilizia in Italia.
Nel 2023, la prima stima di andamento del Pil nazionale è all’insegna di una crescita piuttosto contenuta (+0,7%). In effetti, nel 2023, i prestiti a famiglie e imprese sono diminuiti, riflettendo la debolezza della domanda di finanziamento, frenata dall’incremento del costo del credito. A novembre 2023, nelle province di Chieti e Pescara i prestiti si sono ridotti del -3,3% (Italia -3,5%) evidenziando in particolare il rallentamento del sistema produttivo (-6%; famiglie -0,2%). In questo contesto, le imprese minori registrano una flessione del -8,4%, mentre a livello settoriale è il manifatturiero ad esibire le dinamiche meno favorevoli (-11,1%).
Di riflesso, il mercato immobiliare delle due province perde d’intensità a partire dal III trimestre 2022 per mostrare nell’arco dello scorso anno andamenti alterni, ma comunque all’insegna della cautela.
Per contro, i sistemi economici di Chieti e Pescara mostrano segnali di dinamismo piuttosto accentuati riguardanti il commercio estero e il mercato del lavoro. Nei primi tre trimestri 2023, infatti, le esportazioni di Chieti e Pescara mostrano incrementi considerevoli, soprattutto rispetto alla variazione nazionale media. In particolare, a fronte di un incremento nazionale delle merci esportate pari al +0,7%, le esportazioni di Chieti, che rappresentano oltre il 90% del totale esportato dalle due province, crescono del +10,8%; quelle di Pescara del +15,2%. I mezzi di trasporto sono il comparto che incide maggiormente sull’export delle due province (54,8%) e mostrano un incremento nel periodo del +16,1%. Segue l’industria alimentare (9,3%; +3,1%), gomma, plastica e minerali non metalliferi (9,1%; +22,1%) ed i macchinari e apparecchi meccanici (8,1%; +5,6%).
Dal punto di vista del mercato del lavoro, nei primi tre trimestri 2023 gli occupati (15 – 64 anni) delle due province si attestano a 248,8 mila, in crescita del +6,6% (Italia +1,8%). Crescita che si rivela più intensa per la provincia di Chieti (+9,1%; Pescara +3,7%). La crescita dell’occupazione si caratterizza anche per una riduzione degli inattivi (segnale favorevole che testimonia un miglioramento del clima di fiducia) pari al -4,8% (Italia -3,6%). Parallelamente, si riduce anche la disoccupazione nelle due province (-30,8%; Italia -4%). Inoltre, diminuiscono sensibilmente le ore cassa integrazione accordate nel 2023 (Chieti: -33,8%; Pescara: -70,3%; Italia: -12,7%).
Nonostante la riduzione degli investimenti delle imprese, la crescita di occupati e del commercio estero potrà comportare segnali favorevoli sulla ricchezza prodotta nell’anno.
In tale contesto, a fine 2023, le imprese registrate presso la Camera di commercio di Chieti Pescara sono 80,4 mila, in diminuzione dell’1,1% rispetto al 2022. Sono le ditte individuali quelle che hanno subìto la riduzione maggiore (-2,9%), pur rappresentando la componente numericamente più importante (55,6%). Seguono per numerosità le società di capitali, il 29,6% del totale, in crescita rispetto al 2022 (+3,1%).
A livello settoriale crescono le attività professionali, scientifiche e tecniche (+3,9%), immobiliari (+3,1%), informazione e comunicazione (+1,9%), Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+1,8%) e le attività artistiche e sportive (+1,6%)
Si tratta di dati che indicano come il sistema imprenditoriale delle due province stia affrontando alcuni macro-processi evolutivi legati al mutamento della geografia economica internazionale (accorciamento delle catene di generazione del valore), il cambiamento dei parametri di competitività del mercato (digitale e intelligenza artificiale), così come i comportamenti socioeconomici che il territorio esprime (imprenditorialità, invecchiamento, migrazioni, etc.), ma anche fattori economici contestuali, quali il progressivo esaurimento degli interventi in materia di edilizia privata ed il costante incremento dei tassi di interesse a partire dalla seconda metà del 2022 fino a luglio 2023.
Va anche affermato i risultati sui mercati esteri e sul mercato del lavoro siano il risultato di un impegno dei sistemi produttivi delle due province su alcuni tratti distintivi in grado di accompagnare efficacemente l’evoluzione in atto, quali:
- la qualità e la varietà dei prodotti,
- la produzione su misura rispetto alle richieste del cliente (tailor made),
- l’adozione di strategie di brand e comunicazione.