L’evento Visionaria 2024 si prospetta come un’occasione unica, dove figure di spicco del mondo imprenditoriale e culturale si incontrano per ispirare le nuove generazioni. In questo numero speciale di Imprese Informa, intervistiamo uno degli ospiti d’onore dell’evento, che porterà davanti agli studenti abruzzesi uno speech emozionale. Parliamo con lui delle sue aspettative e del messaggio che vuole trasmettere ai giovani come lui.
Grazie per essere qui con noi. Partiamo dal principio: cosa significa per te partecipare a Visionaria 2024, un evento che unisce giovani studenti, imprenditori e visionari del futuro?
Sono molto felice di essere stato invitato a far parte di questa edizione di Visionaria. La vedo come un’ottima opportunità per incontrare e scambiare idee con tanti giovani in gamba.
Emanuele, il tuo intervento sarà uno speech emozionale. Che tipo di messaggio intendi trasmettere ai ragazzi e alle ragazze presenti?
Voglio trasmettere un messaggio semplice, eppur ancora troppo poco considerato: l’importanza di sperimentare con coraggio, senza timore di sbagliare. Sono recentemente tornato da San Francisco e mi sono reso conto che per quanto lì le innovazioni siano molto più avanzate rispetto al resto del mondo, i ragazzi che le creano non sono tanto diversi da noi. Anche noi in Italia abbiamo un sacco di giovani estremamente talentuosi e capaci; la grande differenza rispetto a San Francisco è che lì ci credono molto di più, pensano in grande e sono disposti ad accettare i rischi e di sbagliare. Quando rischiano grosso, riescono a creare il futuro in cui poi tutti noi viviamo.
In una società sempre più digitale e interconnessa, quali sono le competenze o le qualità che considera indispensabili per affrontare il futuro?
Per me, è fondamentale la capacità di adattarsi, quindi la capacità di prosperare anche in contesti ignoti. Per imparare velocemente bisogna mettersi in gioco e sperimentare, accettando il rischio di sbagliare. Penso siano fondamentali l’entusiasmo e la curiosità di scoprire il mondo e le persone. Infine, la capacità di far succedere le cose, cercando collegamenti nascosti e pensando fuori dagli schemi.
Qual è stata la sfida più grande che hai incontrato nel suo percorso professionale e come sei riuscito a superarla?
Ci sono state diverse sfide, ma una in particolare ha avuto un impatto costante sulla mia esperienza: la sfida delle competenze. Quante volte ci capita di fermarci di fronte a un’attività perché pensiamo di non avere le competenze necessarie per portarla a termine? In molti casi, finiamo per bloccarci e rinunciare del tutto, perdendo così tante opportunità. Invece spesso basta iniziare, gli strumenti necessari li possiamo acquisire camminando. Certo se l’obiettivo è molto lontano dal proprio punto di partenza, non possiamo pensare di raggiungerlo con un solo passo, ma sono convinto che sia sempre possibile tracciare un cammino minimo per arrivare alla meta, inserendo quanti passi intermedi sono necessari.
Ho sempre studiato materie scientifiche, dal liceo a oggi, alla facoltà di fisica. Lo studio convenzionale ha quindi un peso importante nella mia vita, ma molte delle esperienze più preziose sono nate da ciò che ho imparato sperimentando.
Molti studenti si trovano oggi in un momento di grandi incertezze. Quali consigli daresti a chi sogna di intraprendere una carriera imprenditoriale?
Consiglio di iniziare, qualunque sia l’idea. In generale pensiamo che per cominciare sia necessario trovarsi nelle condizioni perfette, la realtà è che le probabilità di trovarsi nelle migliori condizioni possibili sono veramente basse. A chi vuole iniziare un proprio progetto consiglio di trovare il modo più semplice per metterlo a terra, idealmente consiglio di trovare un piano che costi poco e richieda una manciata di giorni per essere eseguito. La paura di costruire un primo prodotto che sembri un Frankenstein non serve a niente. Produci qualcosa, ottieni dei dati e ripeti il più velocemente possibile. Iniziare ad avere dati sul proprio prodotto, anche se iniziali, aiuta molto di più rispetto che continuare a rimuginarci da soli.
L’evento si chiama Visionaria: secondo te, quanto è importante avere una visione chiara per il futuro? E cosa ti ispira nel definire la tua visione personale?
Penso sia molto importante avere un’idea della direzione in cui si vuole andare. Il cammino è tortuoso e avere una stella cometa che ti guidi e ti ricordi sempre il motivo per cui lo stai facendo è fondamentale per te e per le persone con cui collabori. Credo allo stesso tempo sia importante lasciarsi aperta la possibilità di rivedere la propria visione, soprattutto nelle fasi iniziali. Io mi definisco un utopista, nei miei progetti sono sempre stato guidato dal desiderio di creare un mondo migliore per le persone che lo vivono.
Infine, qual è il tuo auspicio per i giovani studenti che parteciperanno a Visionaria 2024?
Auguro a tutti i giovani di mettersi in gioco e provare cose nuove, dedicate una sera a settimana alla sperimentazione. Che può essere provare a imparare una nuova tecnologia, costruire qualcosa, provare a scrivere un articolo su un tema che ti incuriosisce o in generale qualsiasi cosa sia fuori dalla tua giornata