Donne e tecnologia: un muro ancora da abbattere

Di recente il dibattito sulle disuguaglianze di genere si è arricchito di nuove dimensioni e riflessioni, che si legano a doppio filo con il mondo della tecnologia e del digitale: oltre le tradizionali ricostruzioni che li volevano connessi alla sola dimensione lavorativa e salariale, gli stereotipi di genere, impattano, e non poco, anche sull’accesso e sull’utilizzo delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. È quello che gli studiosi definiscono “gender digital divide”, una nuova dimensione della disparità, che si perpetra già a partire dalla prima infanzia, in famiglia e nei livelli inferiori dei percorsi scolastici.

Tale disparità si ripropone, poi, anche nella scelta dei percorsi universitari e nelle carriere lavorative. Secondo i dati elaborati dal Ministero dell’Università e della Ricerca italiano nell’anno scolastico 2021/2022, rispetto al totale degli immatricolati nelle discipline dell’area STEM la percentuale di donne era pari al 39,7%, con un picco negativo proprio nell’area dell’Information and Communication Technologies (ICT), dove la percentuale femminile supera appena il 15%.

Il dato non migliora se si guarda all’ occupazionale femminile: stando al recente focus di Almalaurea “Gender gap 2023” a dispetto delle migliori performance scolastiche e universitarie conseguite, il tasso di occupazione nell’area STEM è pari al 94,1% per gli uomini e al 90,9% per le donne, con una differenziale stipendiale in ingresso di quasi 200 euro (gli uomini percepiscono 1.837 euro rispetto ai 1.621 euro delle donne (+13,3%).

Nonostante si registrino miglioramenti negli ultimi anni, anche grazie ai numerosi progetti di sensibilizzazione attivati a livello nazionale ed europeo, i passi da compiere per ridurre il gender gap in ambito STEM sono ancora molti. Senza dubbio, è fondamentale estendere a bambine e giovani donne di tutto il mondo il diritto all’alfabetizzazione digitale: consentire loro, sin dall’infanzia, di accedere a percorsi di educazione volti ad acquisire le digital skills di base è imprescindibile per approcciarsi in maniera consapevole e sicura alla tecnologia e per maturare in futuro le competenze di settore necessarie all’inserimento lavorativo. Nondimeno, è importante costruire sistemi educativi (familiari e scolastici) maggiormente inclusivi e responsivi rispetto alle esigenze e alle ambizioni delle giovani donne, che favoriscano il superamento dei bias socio-culturali legati alla presenza femminile in ambito STEM. Infine, non si può prescindere dall’avvio di politiche che favoriscano l’ingresso e l’avanzamento di carriera delle donne nel mondo tech, anche attraverso il miglioramento dei servizi di supporto alla genitorialità e al welfare: solo così sarà possibile scalfire il famoso soffitto di cristallo, quella barriera invisibile, ma impenetrabile, che complica o peggio, impedisce, la crescita verticale e lo sviluppo delle potenzialità delle lavoratrici nella loro vita professionale.

Caterina Manolio
Ufficio Organizzazione, Performance, Personale. Giurista di professione e formatrice per passione. Mi lascio entusiasmare da tutto, specialmente da quello che non so.

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