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Artificial Intelligence in Italia: a che punto siamo?

Sono ormai quasi due anni che ogni settimana, se non ogni giorno, abbiamo occasione di imbatterci in notizie stampa sull’intelligenza artificiale e in particolare sulla Generative AI. È evidente che questo “hype” tecnologico globale è ancora lontano dall’attenuarsi: i provider tecnologici continuano a rivelare a ritmi serrati le loro carte sul tavolo, cercando di superare i pochi ma potenti rivali nella spartizione del mercato. Senza alcun dubbio, questa competizione sta portando all’evoluzione continua di questi modelli, aumentandone rapidamente le funzionalità e applicazioni. Ne è un esempio la nuova versione di Claude 3.5 Sonnet, il principale modello di intelligenza artificiale sviluppato da Anthropic, presentato a metà ottobre 2024. Mentre la versione precedente era focalizzata esclusivamente su conversazioni testuali, quest’ultima permette al modello di comprendere e gestire interfacce grafiche, oltre a interagire autonomamente con diverse applicazioni. In tutto questo, ci sono segnali tangibili che questo entusiasmo tecnologico stia coinvolgendo anche il nostro Bel Paese. Secondo le stime dell’Osservatorio Artificial Intelligence, nel 2023, il mercato ha segnato un incremento del 52% rispetto all’anno precedente, raggiungendo un fatturato di 760 milioni di euro. Degno di nota è l’aumento dell’export di progetti, che ha registrato una crescita di circa 4 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Questo incremento offre prospettive ottimistiche riguardo al posizionamento competitivo del nostro Paese sul palcoscenico internazionale. Se da un lato è evidente lo slancio positivo del mercato, dall’altro vediamo ancora un grande divario tra i livelli di adozione dell’intelligenza artificiale tra grandi imprese e PMI. Mentre circa il 61% delle grandi aziende ha attivato progetti di AI, solo il 18% delle PMI ha intrapreso iniziative analoghe. Divario che è a sua volta confermato se si considerano le progettualità di Generative AI: il 17% delle grandi aziende ha all’attivo progettualità sul tema, mentre tale percentuale scende al 2% nel caso delle PMI. In conclusione, l’intelligenza artificiale sta vivendo una crescita significativa in Italia e le aspettative per il prossimo anno sono ottimistiche: il mercato dovrebbe continuare a espandersi e a diversificarsi grazie anche al continuo avanzamento tecnologico. Tuttavia, resta ancora un notevole divario nell’adozione tecnologica tra grandi imprese e PMI, evidenziando l’importanza di strategie mirate per una diffusione più omogenea.

 

Irene Di Deo

Laureata in Economia presso l’Università Bocconi, attualmente ricopre il ruolo di Direttrice dell’Osservatorio Intelligent Business Process Automation e di Ricercatrice Senior degli Osservatori Artificial Intelligence e Big Data & Business Analytics, presso la School of Management – Politecnico di Milano.