L’acronimo, ormai noto, sta per Zona economica speciale ed indica un’area geograficamente identificata nella quale stabilire la propria impresa beneficiando di un ampio set di agevolazioni fiscali ed amministrative.
Semplificazione e infrastrutture, questi i pilastri della Z.E.S., che, assieme al P.N.R.R, porterà all’Abruzzo 200 milioni di investimenti entro il 2026, data ultima per la realizzazione delle opere. L’obiettivo principale è quello di attrarre gli investimenti esteri e stimolare il ripopolamento del tessuto industriale, fortemente indebolito dalla pandemia: lo strumento principale è il credito di imposta, al quale si accompagna l’accorpamento delle procedure autorizzatorie e la riduzione dei tempi di risposta della Pubblica amministrazione.
In aggiunta, il rafforzamento della logistica portuale e ferroviaria, oggi più che mai prioritaria per lo spostamento delle persone e, soprattutto, delle merci all’interno delle reti europee Ten-T.
Professor Miccio, a che punto siamo oggi con la Z.E.S., dopo più di un mese dal primo incontro ufficiale con le istituzioni e i rappresentanti dell’economia abruzzese?
Stiamo andando avanti, ma c’è ancora molto da fare per la piena operatività del progetto. Tanti i passi compiuti, a partire dai numerosi incontri con le istituzioni e le imprese del territorio, che hanno confermato il forte interesse nutrito da questa Regione nei confronti della ZES.
Abbiamo siglato un’importante convenzione con l’Agenzia delle Entrate, che consentirà di velocizzare le procedure e fornire preventivamente informazioni alle imprese che intendano stabilirsi sul territorio e, su altri aspetti, si è concluso l’Accordo con l’autorità portuale di Ortona, per il potenziamento dell’operatività dello scalo.
Di recente, inoltre, abbiamo inaugurato l’Ufficio del Commissario straordinario presso la sede della Camera di Commercio Chieti Pescara in via Conte di Ruvo 2, che rappresenterà il primo e più importante punto di contatto con le imprese del territorio. Insomma, tante questioni aperte ma anche tanto impegno e tanta collaborazione da parte di tutti i soggetti coinvolti.
Una parola importante “collaborazione”, soprattutto alla luce delle questioni ancora aperte e della necessità di rispettare le scadenze imposte dal Governo.
Sicuramente la collaborazione istituzionale è un fattore chiave per l’efficace realizzazione della Z.E.S., in tutte le sue fasi, dalla progettazione all’esecuzione. Dal canto mio, in qualità di Commissario straordinario, sto portando avanti con impegno e senso di responsabilità il compito che mi è stato assegnato, coordinando i diversi soggetti coinvolti e risolvendo in prima persona i problemi che insorgono. D’altra parte, però, è necessario che tutti si adoperino per il raggiungimento degli obiettivi comuni, con la massima trasparenza e professionalità.
Professor Miccio quali sono i prossimi passi da muovere per la realizzazione della Z.e.s. Abruzzo?
Con la nomina degli ultimi Commissari straordinari per le Z.e.s. del Mezzogiorno avvieremo uno stabile coordinamento per allineare gli interventi delle diverse Regioni. A breve, inoltre, verrà attivato lo sportello digitale unico per le imprese, che fungerà da interfaccia digitale per l’attivazione delle procedure semplificate finalizzate all’ottenimento in tempi rapidi delle autorizzazioni agli investimenti.
Nel frattempo sarà necessario procedere con la formazione e l’aggiornamento del personale delle Pubbliche Amministrazioni coinvolte, che svolgeranno un importante ruolo di supporto alle imprese nel disbrigo delle pratiche e nella verifica dei requisiti di ammissibilità ai finanziamenti.
Concludiamo Professore con un auspicio per il futuro, visti i difficili anni che ci lasciamo alle spalle e l’urgenza di far ripartire la nostra economia: che ruolo assumeranno, in questo senso, le ZES nella ricostruzione del tessuto imprenditoriale italiano?
“Un ruolo di primissima importanza, per l’attrattività dei territori e la ripresa economica del tessuto industriale. Mettere a sistema le risorse sbloccate dal PNRR e i finanziamenti per la Z.E.S. vuol dire investire sul futuro del Mezzogiorno, per riportarlo al passo con l’evoluzione del mercato globale, e, soprattutto, ridurre il gap fra il Nord e il Sud del nostro Paese e, più in generale, creare valore economico qualificato e duraturo per tutto il territorio.”