Metti una sera a cena nello splendido Palazzo Diocleziano a Spalato, in Croazia.
Tra i resti di questo imponente complesso architettonico, fatto edificare tra il 293 ed il 305 d.C., si è brindato, il 10 giugno, al ventesimo compleanno del Forum AIC delle Camere di commercio dell’adriatico ionico. Un organismo, nato sulla base dell’iniziativa adriatico ionica, riconosciuto dalla Commissione europea, che ha l’obiettivo di promuovere l’integrazione economico sociale tra le imprese appartenenti alla macroregione dei Balcani occidentali.
Nel Forum ci sono: Albania, Bosnia Herzegovina, Croazia, Grecia, Italia, Serbia, Slovenia, Montenegro, Macedonia del Nord e San Marino (le ultime due prossime all’ingresso).
L’iniziativa adriatico ionica, come ha magnificamente dichiarato l’Ambasciatore I.A.I. Fabio Pigliapoco, nella sua magistrale intervista ad Imprese +InForma, è la madre di una strategia di più ampio respiro che non coinvolge solo il Forum delle Camere di commercio ma anche quello dei Comuni e delle Università. Centinaia di persone, tra funzionari di governo e rappresentanti istituzionali, che viaggiano da oltre venti anni sull’onda dell’integrazione e che si sono ritrovati, a Tirana, dal 16 al 18 maggio, in occasione del Forum Eusair.
Per tre giorni, al centro dei tavoli di lavoro, in una Albania rampante, ci sono stati sostenibilità, digitalizzazione e crescita blu. Tre fattori di crescita caratterizzati da un unico comune denominatore: l’unità. Sebbene, ad un orizzonte “fin troppo vicino”, si stia combattendo una guerra dalle conseguenze drammatiche.
In questo secondo numero, trovate traccia di tutto questo: dal “Caffè con il presidente” all’analisi del segretario generale Michele De Vita, anche segretario del Forum Aic; dall’intervista al presidente della Camera di Commercio italiana in Bulgaria Marco Montecchi alle parole dell’Ambasciatore Pigliapoco. Sia nel suo “punto di vista” che nella puntata televisiva, l’Ambasciatore riscrive con le sue parole la storia del Forum e prospetta uno scenario in cui è prioritario l’ingresso dei paesi “in attesa” all’interno dell’Unione europea. E’ importante, sentirete, che non si perdi quell’anelito, soprattutto da parte dei giovani, a far parte dell’Unione lasciando spazio ad un deserto di conflitti e disuguaglianze. E, poi, ci sono i contributi di tutti i colleghi redattori che ringrazio per il loro prezioso lavoro che hanno scritto di innovazione sostenibile, giovani imprenditori di ritorno, opportunità economiche nei Balcani e di aiuti ai contribuenti. Con questo numero, abbiamo cercato di aprire una finestra sul mondo di occasioni che ci sono fuori.
A voi non resta che partire con la lettura.