Tradizioni, siti d’arte, bellezze naturali: la vocazione turistica del territorio e le possibili tutele

Le province di Chieti e Pescara, dopo quella dell’Aquila, occupano la parte territoriale più estesa della Regione Abruzzo. La maggior parte della popolazione vive in questo vasto territorio di una varietà e bellezza disarmante che si estende dai due massicci montuosi più importanti dell’Appennino centrale, Gran Sasso e Maiella, fino alla parte costiera più estesa della regione.

La bellezza del territorio si esalta con i Parchi Nazionali della Maiella e del Gran Sasso e Monti della Laga, arricchita da una miriade di Riserve Statali e Regionali che consentono di tutelare le innumerevoli specie di flora e fauna presenti, molte di esse endemiche.
Il fascino del territorio, dal montano al pedemontano al costiero, ha fin dai tempi più antichi stimolato l’arte e la spiritualità: i boschi sono ricchi di eremi e piccole chiese, quasi delle Pievi, le città più grandi o costiere di basiliche costruite sui resti di templi pagani o romani, il culto religioso esaltato e reso misterioso da innumerevoli leggende, Castelli ed abbazie di una rara bellezza architettonica che quasi ribadiscono il potere del conquistatore di turno di una regione che ha sempre fatto gola per le sue ricchezze naturali.
Un territorio a grande vocazione turistica, quindi, ricco oltre che delle sopra accennate opere anche di tradizioni legate per lo più a ricorrenze agropastorali o religiose quali, ad esempio, Le Farchie, per la ricorrenza della festa di Sant’Antonio Abate, o la “Fara Cipollara” per la coltivazione della Cipolla Di Fara, presidio Slow Food, o Fara Longobardorum (a ricordo del dominio dei longobardi nel territorio chietino) a Fara Filiorum Petri.

Come non pensare ad esempio, alle Panicelle di San Biagio a Taranta Peligna o al Carnevale ormai storico di Francavilla al Mare con il suo Patanello personaggio tipico della manifestazione e le celebrazioni di San Zopito a Loreto Aprutino e Sant’Urbano a Bucchianico.
Grande importanza storico-culturale di indiscussa valenza occupa la processione del Venerdì Santo a Chieti, la più antica d’Italia, con il suo struggente sottofondo musicale di Selecchy e l’indiscusso valore storico artistico delle statue lignee della Madonna e di Gesù deposto.

E pensare che tutto quanto sopra descritto può essere scoperto viaggiando lentamente, a piedi. L’Abruzzo terra di Cammini: molti di questi percorsi si sviluppano sfruttando vecchie carrarecce o tratturi (Tratturo Magno ad esempio), altri le trincee di guerra o la linea Gustav (Cammino della Pace e Sentiero della Libertà), altri ancora a vocazione meramente religiosa (Cammino di San Tommaso e Cammino di Celestino) o agricola (Cammino dei Vignandanti).

Ma come tutelarsi e difendere queste risorse rendendole redditizie per il territorio? Lo strumento che offre il diritto della proprietà industriale e intellettuale è il Marchio, in sostanza è il «Biglietto da visita» con il quale viene presentato al potenziale fruitore, un proprio prodotto o servizio, il mezzo per dare l’immagine di sé. In particolare, con la riforma del Codice di Proprietà industriale del 13 agosto 2010, è stato introdotto un comma nell’art. 19, che statuisce sul Diritto alla registrazione, che dà anche alle Amministrazioni dello Stato, alle regioni, alle province e ai comuni la possibilità di ottenere delle registrazioni di marchi territoriali aventi ad oggetto elementi grafici distintivi tratti dal patrimonio culturale, storico, architettonico o ambientale del territorio sul quale essi insistono.

I proventi che potrebbero derivare dallo sfruttamento del marchio a fini commerciali, anche mediante la concessione di licenze e per attività di merchandising, potranno essere destinati al finanziamento delle attività istituzionali o alla copertura degli eventuali disavanzi pregressi dell’ente che provvede alla richiesta di tutela.

Il marchio territoriale, quindi, rappresenterebbe l’intero sistema fatto di persone, aziende, comunità locali, ivi compreso tutto il patrimonio intangibile ambientale, di tradizioni e storia. Sarebbe parte integrante del sistema territoriale, condividendo e testimoniando gli specifici valori identitari di una terra ricca di tesori ed esperienze anche attraverso un’immagine univoca dell’intero sistema, riconosciuta e riconoscibile che evidenzi i valori che ispirano le attività tutelate.

Una terra ricca di tradizioni e cultura, di tipicità non solo agroalimentari, può avere il marchio come un fondamento per la sua promozione. Tra l’altro, il legame tra i valori aziendali e quelli del territorio, può essere veicolato e maggiormente sfruttato, anche e soprattutto economicamente, grazie al co-branding, uso contemporaneo di due marchi, che consentano anche il deposito e l’uso di indicazioni geografiche e simboli legati al territorio con lo strumento dei marchi collettivi e/o di certificazione: si eviterebbero in tal modo rischi di confusione e si avrebbe una più ampia diffusione dei marchi stessi.

A rafforzare da un punto di vista legislativo, la valorizzazione del territorio, è intervenuta la pubblicazione della legge 27 dicembre 2023, in vigore da gennaio 2024, la cosiddetta “Legge sul Made in Italy” che ha come obiettivo quello di orientare l’azione delle Amministrazioni statali, regionali e locali ai principi del recupero delle tradizioni, della valorizzazione dei mestieri, alla promozione del territorio e delle bellezze naturali ed artistiche nonché del turismo.

In coerenza con tali obiettivi, essa incentiva alla possibilità di registrazione di marchi territoriali come sopra indicati, incrementando la conoscenza dell’intero patrimonio culturale anche al fine di autofinanziamento mediante la concessione a titolo oneroso del proprio marchio a terzi.

Nelle disposizioni della medesima normativa si tiene conto anche della possibilità di valorizzare alcune filiere tipiche della provincia teatina e pescarese quali, ad esempio, quella olivicola, pastaia, tessile, ceramica con apposite normative e possibilità di finanziamento.

I comuni, inoltre, sono incentivati a promuovere iniziative per il ripristino, la manutenzione e la valorizzazione delle infrastrutture di interesse storico e paesaggistico percorse dagli animali negli spostamenti per la transumanza, la monticazione, l’alpeggio e altre pratiche tradizionali locali mediante l’istituzione di un fondo con la dotazione di un milione di euro per ciascuno degli anni 2023 e 2024.

Angela Chiumeo
Attualmente respondabile della Biblioteca Brevettuale (PatLib) camerale, appassionata di canto lirico può riassumere il proprio lavoro con le parole passione, sentimento e divertimento: tutto quello che faccio stimola la mia sete di sapere ed approfondire ogni argomento.

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