La start up Nubentech, spin off della Nuben S.r.l., nasce nel 2018 con l’idea di sviluppare soluzioni digitali nell’ambito nella nutrizione clinica. Da qui prende vita Morphogram, che è allo stesso tempo un metodo innovativo, ideato e brevettato (patent panding negli Stati Uniti), ma anche un software ossia uno strumento per i professionisti nell’ambito della nutrizione. Vincitrice nel 2019 del programma di accelerazione “Global start up program” del Ministero dello Sviluppo Economico e dell’Istituto del Commercio Estero, del “Life science excellence awards” nel 2020 e 2021, del premio “Univenture” dell’Università di Pavia nel 2020, solo per citarne alcuni, la start up Nubentech cambia approccio nell’ambito nutrizionale con il metodo Morphogram.
Ne parliamo con il Dott. Andrea De Cristofaro, amministratore unico di Nubentech.
Da dove nasce e in cosa consiste il metodo Morphogram? Il nostro progetto nasce dall’osservazione che, nell’ambito della nutrizione clinica, il modo di visitare si è via via allontanato dall’approccio scientificamente accreditato che si basa su quattro passaggi fondamentali:
- anamnesi,
- valutazione dello stato nutrizionale,
- esame obiettivo,
- personalizzazione nutrizionale e follow up (visite di controllo).
In particolare, l’esame obiettivo è una procedura antropometrica che analizza non solo le variazioni corporee ma anche i fattori di rischio che un soggetto può potenzialmente presentare. Il software Morphogram supporta e velocizza tutto questo processo.
Morphogram è infatti un metodo/strumento di analisi antropometrico che attraverso la valutazione di otto specifiche circonferenze corporee (un vero e proprio scanner corporeo) e il numero di passi
effettuati, consente, insieme a degli algoritmi proprietari, la creazione di un referto completo sullo stato nutrizionale, sullo stile di vita e sui potenziali fattori di rischio.
Rispetto alle metodiche tradizionali, che necessitano della presenza del paziente, Morphogram ha il vantaggio di consentire anche un controllo da remoto. A tal fine, accanto all’analisi full adottata
nelle visite in ambulatorio, è stata sviluppata un’analisi smart per le consulenze on line che, in luogo delle otto circonferenze, ne utilizza solamente tre. Le misure sono semplici da prendere dal paziente riducendo il margine di errore nella misurazione e ciò facilita anche la compliance ossia la continuità terapeutica del paziente che in genere si perde dopo tre o quattro visite.
Perché la vostra è una visione innovativa?
Perché puntiamo ad un cambio di approccio in ambito nutrizionale non più basato esclusivamente sul peso corporeo bensì un approccio corpocentrico che considera le misure corporee in funzione
preventiva e predittiva perché collegate al rischio di insorgenze di processi metabolici ed infiammatori.
La nostra innovazione democratizza l’accesso alla cura nutrizionale e alla prevenzione perché si basa su strumenti domestici (un semplice metro a nastro) ma la vera innovazione sta nella ricerca e
sviluppo degli algoritmi implementati e nel modello di business che prevede un software in cloud e una formula in abbonamento che è possibile sospendere in ogni momento.
Quindi non sempre tecnologia fa rima con innovazione?
No, infatti, la nostra start up si basa su un metodo che ha un basso contenuto tecnologico in quanto prevede l’utilizzo di un semplice metro a nastro, ma mi piace ricordare che innovazione non è
soltanto la creazione di un gadget tecnologico ma anche e soprattutto ripensare e innovare dei processi rendendoli più efficienti ed efficaci. Noi puntiamo ad una rivoluzione nel modo di visitare i
pazienti che può avvenire attraverso un software in cloud. Ciò consente di ridurre il quantitativo di strumentazione che un professionista deve portarsi dietro, libertà di visitare dove si vuole e
mantenere una relazione costante con il paziente attraverso il monitoraggio da remoto.
L’auto screening costituisce un vantaggio sia dal lato utente sia per il professionista in quanto può accedere ad una platea di pazienti molto più ampia, superando una logica meramente locale per
accedere ad una scala nazionale e anche internazionale.
Nel contesto attuale, segnato da imprevedibili sconvolgimenti, la vostra formula si è quindi rivelata vincente…
Si, durante la pandemia il nostro metodo è stato fondamentale poiché ha permesso di mantenere vivo il rapporto con i pazienti e si è incrementato il numero di visite. D'altronde, il trend della
telemedicina va verso la gestione da remoto delle patologie croniche che molto spesso sono causate dall’obesità.
Quanto la costruzione di una rete di rapporti è fondamentale per la ricerca nel vostro ambito?
Il network è indispensabile per una start up perché avere delle connessioni e dei partner aiuta a crescere sia dal punto di vista di sviluppo del progetto sia da quello commerciale e di divulgazione
del brand. Abbiamo avviato delle partnership molto interessanti sia con l’Arizona State University sia con l’Università di Bari per uno studio di validazione scientifica degli algoritmi che ci consentono di analizzare la composizione corporea. Inoltre avvieremo a breve un progetto pilota con un importante azienda farmaceutica.
Immagino che la formazione e l’aggiornamento sia essenziale nel vostro settore…
La formazione gioca un ruolo fondamentale su più livelli. Bisogna ricordare che spesso i fondatori di start up non sono persone con competenze dal punto di vista di business. A tal fine sono essenziali i programmi di accelerazione, di incubazione, come ad esempio quelli organizzati dal M.I.S.E. dove viene fornita una formazione da un punto di vista manageriale.
Inoltre, la formazione gioca un ruolo fondamentale anche nella crescita del business e nell’acquisizione di clienti. Noi organizziamo dei webinar gratuiti e a pagamento su tematiche della
nutrizione e sulla gestione del nostro software al fine di sensibilizzare e diffondere il nostro concept.
Quali sono le difficoltà che una start up innovativa come la vostra ha incontrato ed incontra tuttora?
Le rispondo con una citazione: “una start up vede una soluzione con un anticipo rispetto alla massa di diciotto mesi”. Bè, noi abbiamo avuto un anticipo di trentasei mesi! Le difficoltà di giocare in anticipo sono differenti: innanzitutto perché ci si insinua in un mercato che non è ancora nato e, quindi, se non c’è un mercato per una soluzione non ci sono neppure dei clienti. Sto parlando naturalmente del mercato delle consulenze nutrizionali on line, che sicuramente ha avuto una spinta importante durante il Covid ma, per varie ragioni, anche di tipo istituzionale, non è partito in maniera spinta e regolare come ad esempio quello dell’istruzione da remoto. Ciò ha influito sulla nostra crescita anche per quanto riguarda l’acquisizione di fondi, spesso costituiti da grant che necessitano a monte di una forte liquidità dell’impresa (ad esempio il bando “Smart and Start” di Invitalia che abbiamo vinto, con un grant di 250 mila euro). Se mancano gli investimenti la crescita rallenta e una crescita più lenta attira meno investitori che hanno meno fiducia nel business. Insomma, si instaura un circolo vizioso che ha scoraggiato e scoraggia molte start up innovative.
Dove vede la sua impresa nel futuro?
In Italia il mercato delle consulenze nutrizionali on line ha ancora poca diffusione rispetto ad altri paesi esteri dove è già attivo da diverso tempo. Naturalmente auspichiamo una sua crescita che deve attivarsi anche attraverso una maggiore facilità di accesso alle risorse economiche e semplificazioni regolamentari. Noi vediamo la nostra soluzione come un nuovo standard nella gestione delle
malattie metaboliche che possa essere un concreto aiuto e strumento di supporto per i professionisti del settore e per i pazienti.