L’Italia si trova ad affrontare una grande prova in questi mesi. Da una parte, la transizione verso la sostenibilità, promossa e sostenuta a livello europeo. Dall’altro, la grave crisi energetica, accentuatasi con la guerra in Ucraina, che ha colpito l’Occidente più industrializzato e sta avendo effetti pesanti sulle bollette delle famiglie e delle imprese.
Alcune recenti stime parlano di un aggravio di oltre 110 miliardi di euro per il nostro sistema produttivo che si tradurrà in una perdita di competitività tra l’11 e il 13%.
Questa grave crisi, peraltro, ha posto l’attenzione sulla necessità di procedere il più rapidamente possibile a una diversificazione delle fonti energetiche, per rendere il nostro Paese meno dipendente da singoli fornitori e specifiche fonti, come il gas, accelerando quanto più possibile l’avvio di fonti alternative.
Purtroppo, in questa fase così complessa, i tempi autorizzativi stanno rallentando l’installazione di impianti di energia “pulita”. Basti pensare che nel 2021 è stata installata solo una potenza pari a 1.351 MW, un dato molto lontano dal target definito dal Governo, pari a 70mila MW da installare entro il 2030.
Qualche segnale positivo arriva dai dati del primo semestre 2022, in cui l’Italia ha comunque già connesso oltre 1 GW di potenza fotovoltaica, entrando tra i 18 Paesi al mondo a superare la soglia di 1 GW/anno.
Fortunatamente, per quanto riguarda il mondo delle imprese, le premesse per un utilizzo più consapevole e più attento delle risorse energetiche ci sono già e sono molto diffuse. In Italia, le imprese che negli ultimi cinque anni hanno investito in sostenibilità ambientale hanno superato quota 500mila, mai così tante da quando abbiamo iniziato a monitorare la transizione green del nostro sistema produttivo.
La pandemia peraltro ha accelerato questo processo di transizione eco-sostenibile. La quota di imprese che ha investito in greeneconomy è infatti passata dal 21,4% del 2020 al 24,3% del 2021.
E’ indispensabile che questo numero continui a crescere. In questa direzione si sta muovendo anche il sistema camerale. Le Camere, infatti, hanno intenzione di creare (a somiglianza dei PID che sono stati un’esperienza di successo) una serie di Punti Energy Management (P.E.M.) presso le Camere di commercio che possano aiutare le piccole e medie imprese a rendere più efficiente l’utilizzo delle risorse energetiche e a sfruttare le diverse agevolazioni predisposte dal Governo.