Il sistema delle imprese nel 2021
Sulla base delle periodiche rilevazioni di Infocamere-Movimprese al 31 dicembre 2021 nel Registro delle Imprese delle Camere di Commercio erano riportate 45.181 imprese registrate nella provincia di Chieti e 37.694 in quella di Pescara, che corrispondono in totale al 55,4 % delle complessive 149.630 imprese abruzzesi. Il confronto con la situazione degli anni precedenti permette di puntare il focus anche sull’impatto che il covid-19 ha avuto sul sistema economico locale.
A partire dal 2008, si è assistito ad un trend positivo per la provincia di Pescara che, da 35.473 ditte, è cresciuta del 6,3% e uno negativo per la provincia di Chieti che da 47.950 unità è diminuita del 5,4%. In particolare, nel corso del 2021 l’andamento delle imprese abruzzesi rispetto all’anno 2020 è stato leggermente positivo (+ 0,85%) così come gli andamenti delle due province, più marcato l’incremento di Pescara (+0,79%), in linea con quello regionale, poco meno quello di Chieti (+0,73%).
Riguardo ai settori di attività economica si evidenzia come le imprese commerciali, che in Abruzzo costituiscono il comparto numericamente più consistente (34.626 unità, 23% sul totale), prevalgono nella provincia di Pescara con 10.490 unità (30,3% del totale regionale) mentre a Chieti ammontano a 9.336 unità (27%). Il commercio si conferma come l’attività più diffusa in Abruzzo e nelle province considerate essendo svolto dal 23,5% delle imprese regionali, dal 27,8% di quelle pescaresi e dal 20,8% di quelle chietine, e durante il 2021 ha registrato, rispetto all’anno precedente, un incremento delle imprese registrate sia a Pescara (+0,2%), sia a Chieti (+0,8%) che in Abruzzo (+0,3%).
Per importanza numerica segue l’agricoltura, svolta in Abruzzo da 26.543 imprese (quasi il 18% sul totale) che prevalgono a Chieti (12.410 imprese pari al 46,8% del totale regionale mentre le 4.231 unità di Pescara ne rappresentano il 15,9%).
L’agricoltura riveste una rilevanza preminente nella provincia di Chieti dove viene svolta dal 27,5% delle imprese, valore di molto superiore a quello regionale (17,7%) ed ancor di più a quello pescarese (11,2%), anche se nel corso del 2021, rispetto all’anno precedente, è stato registrato un certo calo delle imprese a Chieti (-0,8%) mentre un lieve aumento a Pescara (+1%) restando pressoché stazionario in Abruzzo (0%).
Anche le attività edilizie continuano a svolgere un ruolo considerevole con 19.545 imprese in Abruzzo, delle quali il 26,1% (pari a 5.106 unità) a Chieti e il 22,9% (cioè 4.471) a Pescara.
Nelle due province considerate la quota di imprese operanti nell’edilizia (Chieti: 11,3%; Pescara: 11,9%) è inferiore al valore abruzzese (13,0%).
Le attività manifatturiere sono svolte da 13.369 imprese abruzzesi (delle quali 3.846 a Chieti e 3.000 a Pescara) pari all’8,9% del totale regionale (Chieti: 8,5%; Pescara: 8,0%) dovendosi registrare un decremento percentuale dell’ordine del -0,4% a livello regionale e per la provincia di Chieti e del -0,6% per la provincia di Pescara. Anche l’industria in senso stretto ha sperimentato un calo delle imprese a livello regionale (-0,4%) con un andamento simile a Chieti (-0,4%) e appena più marcato a Pescara (-0,5%). Ruolo di rispetto è svolto anche dalle imprese dell’alloggio e ristorazione (in Abruzzo 11.809 di cui 2.976 a Pescara e 3.007 a Chieti) che costituiscono circa il 7,9% del totale ( 7,3% a Pescara e 6,7% a Chieti) e si confermano in costante aumento (+1,2% in Abruzzo, con solo +0,3% a Pescara e con +1,1% a Chieti).
Ad ogni modo la diminuzione registrata dai citati principali settori sia a livello regionale che provinciale è stata più che bilanciata dall’incremento rilevato da tutte le attività nell’ambito dei servizi, come ormai si rileva già da qualche tempo.
Da segnalare che gli ultimi dati resi disponibili da Infocamere-Movimprese aggiornati al 31 marzo 2022 evidenziano un trend negativo, sia a livello regionale con 149.311 imprese (-0,2%, con saldo tra iscrizioni e cancellazioni di -320 unità), sia a Pescara, arrivata a contare 37.643 imprese (-0,1% con saldo di -51 ditte) , che a Chieti, calata a 45.054 imprese (-0,3% con saldo negativo di 131 unità).
Nel 2021 con riferimento alla nati mortalità delle imprese il saldo tra iscrizioni e cancellazioni ha continuato ad essere positivo e pari a +1.244 imprese nella regione e +336 a Chieti e +286 a Pescara, con andamento del tasso di sviluppo mediamente positivo, che però non ha riguardato tutti i settori di attività, dovendosi registrare valori negativi nel commercio (Abruzzo: -469;Chieti:-117; Pescara:-163) nelle attività manifatturiere (Abruzzo: -172; Chieti: -64; Pescara: -57), nelle attività di servizi di alloggio e ristorazione (Abruzzo: -247; Chieti: — 79; Pescara: -73), nelle costruzioni (Abruzzo: -15; Pescara: -71), nelle altre attività di servizi (Abruzzo: -108; Chieti: -22; Pescara: -34), e il trasporto (Abruzzo: -84; Chieti: -18; Pescara: -27).
In relazione alle tipologie di forma giuridica, la distribuzione osservata a livello regionale (società di capitale: 27,8%, società di persone: 13,3%, imprese individuali: 56,2%, altre forme giuridiche: 2,7%) non si ripete perfettamente nelle due province considerate, in quanto a Chieti le imprese individuali mostrano un peso percentuale (63,0%) decisamente più alto di quello regionale al contrario delle altre tipologie (società di capitali: 23,9%, società di persone: 10,6%), e a Pescara pesano più della media regionale le società di capitale (30,6%) e le società di persone (14,9%) mentre le imprese individuali sono poco meno rappresentate, ma comunque sempre sopra la metà del totale (52,4%).
L’artigianato in Abruzzo rappresenta con 28.952 ditte il 19,3% del sistema imprenditoriale ma a Chieti (con 8.081 ditte) e Pescara (con 6.725 ditte) pesa lievemente meno (rispettivamente 17,9% e 17,8%).
Dal punto di vista settoriale la maggioranza delle imprese artigiane si occupa di edilizia (34,7% in Abruzzo, 30% a Pescara e 34,9% a Chieti). Seguono per numerosità quelle che svolgono attività manifatturiere (22,1% nella regione, 21,71% a Chieti e 22,4% a Pescara). Tra le più diffuse sono anche le altre attività di servizi (18,2% in Abruzzo, 18,6% a Chieti e 20,5% a Pescara). Gli altri settori di attività economica costituiscono quote molto limitate che non arrivano alle due cifre decimali.
Durante il 2021 è proseguito il ciclo emorragico delle imprese artigiane sia a livello regionale (-1,2%) sia nelle province di Chieti e Pescara (rispettivamente -0,8% e -2,7%). Tale risultato si inserisce nell’ambito di una flessione riscontrata già da tempo che ha visto le imprese artigiane diminuire rispetto al 2007 del 20,7% in Abruzzo (erano 36.524), del 22,2% nella provincia di Chieti (erano 10.389) e del 19,1% in quella di Pescara (8.309).
L’internazionalizzazione nel 2021
Con riguardo alle esportazioni registrate nel 2021, a fronte di un forte incremento medio nazionale (+ 18,2%) rispetto all’anno precedente, e più modesta crescita di quello regionale (+5,0%, che comunque si risolleva dal -5% rilevato nel 2020 rispetto al 2019), si rileva appena positivo l’andamento dell’export di Chieti che, dopo il -10% registrato nel 2020 rispetto all’anno precedente, aumenta rispetto all’anno precedente da 5.524 milioni a 5.625 milioni di euro, che in termini percentuali corrispondono ad una variazione del + 1,8%; il suo peso sul totale regionale è del 65,2%, più di 2,2 punti percentuali in meno nel confronto con il 2020. Più alto della media regionale il valore in crescita dell’export di Pescara che, dopo il +6,6% registrato nel 2020 rispetto al 2019, aumenta ancora rispetto all’anno precedente da 508 a 539 mila euro, traducendosi in termini percentuali in una variazione del + 5,9%; il suo peso sul totale regionale è del 6,3%.
A livello di macrosettori è sempre l’attività manufatturiera predominante (con oltre il 98% in Abruzzo, 95% a Pescara e 99% a Chieti).
Passando ad analizzare i singoli settori si osservano modeste variazioni positive annue nel comparto dei macchinari e mezzi di trasporto (che ha un peso del 59% in Abruzzo, del 32% a Pescara ed addirittura del 76% a Chieti), mentre si osservano variazioni più marcate negli altri comparti. Si sono registrati aumenti consistenti in termini percentuali nell’export di combustibili minerali, lubrificanti e prodotti connessi (+ 233% a livello regionale e 238% a Chieti), dell’agro-alimentare (+4,7% in Abruzzo, +1,1% a Pescara e +3,6% a Chieti), delle Bevande e tabacchi (+9,5% in Abruzzo, +7,6% a Pescara e +9,3% a Chieti), e dei Prodotti finiti classificati principalmente secondo la materia prima (+19,2% in regione e +1,5%% a Pescara e + 12,5% a Chieti).
Per quanto attiene la destinazione delle merci vendute all’estero, rileva che l’84,8% dell’export chietino è venduto nei paesi UE con un incremento rispetto al 2020 dell’0,9%. In particolare il 13,4%, in aumento del 4,7%, a Paesi europei non appartenenti all’UE. L’America assorbe il 9,2% (+13,7%), l’Asia il 3,3% (-17%), l’Africa l’1,8% (+25,1%). A Pescara la quota dell’export destinato ai Paesi dell’Unione è stata pari al 56,4% (+9% rispetto al 2020), mentre quella diretta verso i paesi non UE si è attestata sul 16,8% (+ 6,2%), L’America ricopre una quota del 18,3%(+3,1%), l’Asia del 16,8%(-6,1%) e l’Africa del 7,4%(+21,5%).