“I dati, naturalmente, sono importantissimi, ma io presto attenzione soprattutto ai fatti” di Taiichi Ohno (artefice del Sistema Toyota).
La nuova miniera a cielo aperto di questi ultimi decenni è sicuramente il world wide web, e i pionieri sono tutti coloro che, sulla base di conoscenze personali, culturali e del territorio, decidono, in maniera trasparente, di condividere il loro sapere sulla rete, perché la conoscenza crea economia.
L’unica difficoltà di questo meccanismo virtuoso di ricerca, condivisione, digitalizzazione e sfruttamento del dato, risiede proprio nell’ultima parte per un duplice motivo: la qualità e/o la quantità dei dati possono scoraggiare o allontanare persone potenzialmente interessate ad investire in quella informazione, lasciando il dubbio sul fatto che quell’informazione sarebbe potuta risultare utile.
Ecco perché, per abbattere il più possibile questo rischio, il dato deve basarsi su tre pilastri fondamentali, come affermato da Francesco Piero Paolicelli, open data manager e responsabile di www.dati.gov.it: la collaborazione, la partecipazione e la trasparenza, che si potrebbe tradurre in “le informazioni devono essere a disposizione, visibili e comprensibili a tutti, per fare cose”.
L’Unione Europea lo sa bene, ed ecco che la nuova direttiva sugli open data ha sancito quali sono le informazioni che devono essere rese pubbliche con lo scopo di fornire sempre più servizi ottimali al cittadino e favorire lo sviluppo economico dei territori, ovvero: informazioni geospaziali, di osservazione della terra e ambiente, meteorologia, statistica, imprese e relativa proprietà, mobilità.
E proprio di mobilità che si parla durante Visionaria 2022 con il progetto Costa dei Trabocchi MOB, nato come progetto per far scoprire il territorio della costa abruzzese ai turisti in bicicletta in ottica di mobilità alternativa.
Oggi, a quel progetto, si aggiunge un tassello importante, quello di fare conoscere con Trabocchi in MAPS anche l’entroterra con ulteriori nuovi percorsi esperienziali, consultabili online, arricchiti dei principali punti di interesse turistici presenti nelle mappe Google, nonché hotel, agriturismi, b&b, Presidi Slow Food, a favore del turismo e quindi dello sviluppo economico del territorio.
E se il turismo può diventare il volano per far conoscere le meraviglie di una nazione, perché non sfruttare le unicità che quella nazione possiede?
L’unicità dei patrimoni UNESCO è indiscutibile, per questo Anna Cingoli, project assistant del Forum delle Camere di commercio dell’Adriatico e dello Ionio, sempre a Visionaria, ha illustrato il progetto avviato con il Mirabilia Network e le Camere del Forum AIC, per portare alla luce, e in rete, il patrimonio UNESCO dei territori dell’Adriatico e dello Ionio, con un’azione di promozione, brandizzazione ed ovviamente mappatura delle meraviglie dei territori che si affacciano sui due mari.
Come detto inizialmente, l’unica difficoltà di questo meccanismo é rendere tutte queste informazioni usufruibili e comprensibili, ma una volta raffinata la metodologia, sapere dell’esistenza di alcune informazioni e, in ambito turistico, di certi luoghi, non fa che creare economia e, come ben sappiamo, l’economia porta ricchezza.