Le opportunita’ di business nell’area balcanica

Nel cuore del continente europeo esiste una macro regione che si chiama  Balcani occidentali. Quell’area oramai da venti anni sta cercando di  andare al passo con gli sviluppi di integrazione ,sia economici che  politici degli altri Paesi dell’ Unione Europea.

Gli ultimi due decenni hanno visto enormi cambiamenti nell’economia  globale, principalmente a causa della crescente influenza della Cina.

Questo cambiamento nella struttura economica globale ha portato anche ad  un cambiamento nelle rotte commerciali.  Pertanto, l’Unione Europea si è posta una domanda: come possono i paesi dei Balcani occidentali utilizzare la loro posizione geostrategica e la  loro prevista adesione all’Unione Europea per accelerare lo sviluppo economico?

Per rispondere a questa domanda che riguarda il futuro sviluppo economico globale con un aspetto speciale delle opportunità che si  aprono per i paesi dei Balcani occidentali – secondo la definizione  dell’Unione Europea: Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Montenegro, Macedonia e Albania stanno percorrendo un processo di riforme politiche ed economiche che dovrebbero innalzare il loro livello di piena integrazione nella Comunità Europea come già accaduto per la Slovenia e Croazia .

L’Italia è unita all’area balcanica da forti legami storici, culturali,  geografici e commerciali. Le ripercussioni degli sviluppi politici ed economici della Penisola Balcanica sulle dinamiche italiane hanno fatto sì che il nostro Paese sviluppasse una naturale proiezione verso la direttrice Adriatico-Ionica. I Balcani occidentali rappresentano, oggi, un’area di interesse prioritario per l’Italia. L’Italia è tra i primi partner commerciali di Albania, Croazia, Kosovo Serbia, Bosnia ed Erzegovina e Slovenia.

Opportunità

La Repubblica della Macedonia del Nord

L’economia della Macedonia del Nord per il triennio 2020-2022 prevede un andamento prevalentemente positivo per gli  investimenti ed esportazioni. Secondo le statistiche ,il PIL è concentrato principalmente nei servizi (circa 60 % del PIL, bancari, tecnologici, trasporti, turismo, commercio all’ingrosso, logistica e comunicazioni) ;seguono l’industria (circa 28%) e l’agricoltura (circa 12%).

I principali settori produttivi sono: componentistica auto , siderurgico, alimentare, calzaturiero, tessile, tabacco , edilizia, chimico, minerario. Il tessuto industriale è dominato da piccole e medie imprese. L’Italia è il terzo paese per importazioni e ha una quota di export pari al 5,57 % .I prodotti italiani godono di ottima immagine nella Macedonia del Nord in particolare i beni di consumo ad uso personale come i prodotti alimentari ,l’abbigliamento, l’arredamento, e gli elettrodomestici .

Per quanto riguarda i prodotti alimentari i settori interessati sono: vino, dolci e prodotti vegetali e surgelati.

Storicamente i settori più appetibili per le imprese italiane nella Macedonia del Nord sono : metalmeccanico, automobilistico , calzaturiero e tessile.

Bosnia ed Erzegovina

Nel prossimo biennio si attende una crescita più forte del PIL reale (secondo le stime della Banca Centrale della BiH) che dovrebbe essere supportata da un aumento nella domanda di importazioni proveniente dalla zona euro e dai paesi limitrofi nei Balcani. Si attende anche una ripresa della domanda domestica. Ai settori tradizionali che hanno da sempre trainato l’economia locale, quali  quello del legname, dell’industria metalmeccanica, dell’agroalimentare, e tessile-calzaturiero, il graduale processo di integrazione del Paese nella UE e di adeguamento agli standard comunitari sta affiancando nuovi ambiti di attività che aprono via via nuove interessanti opportunità di collaborazione.

Tra questi, il settore delle INFRASTRUTTURE STRADALI E FERROVIARIE, il cui sviluppo, incentrato principalmente sull’ attuazione del corridoio intermodale Vc, è attualmente al centro dell’interesse dei governi locali in quanto essenziale per la crescita dell’economia globale del Paese. Lo stesso si può dire per il settore dell’ENERGIA, in particolare quella DA FONTI RINNOVABILI, con un enorme potenziale di sviluppo soprattutto nell’idroelettrico, nell’eolico e nell’energia da biomasse. Un altro ambito con grandissime prospettive di crescita è senz’altro quello del TURISMO, nei suoi molteplici segmenti, quello sciistico e montano, l’eco-turismo. L’Italia è il secondo Paese fornitore della Bosnia-Erzegovina, preceduta solo dalla Germania.

Tra i principali settori di punta dell’EXPORT ITALIANO in Bosnia-Erzegovina troviamo quelli in cui si distingue il made in Italy : tessile-abbigliamento-calzature, prodotti in cuoio. In particolare il settore principale del nostro export sono le “_calzature_” con EUR 54,4 milioni, in lieve calo rispetto al 2015 (-8,4%), seguito da “_Ferro, ghisa, acciaio e ferroleghe_” per un valore di EUR 48 milioni (+ 17%), e da “Cuoio e pelle conciati e preparati; pellicce tinte e preparate” per EUR 45,6 milioni (-4-4%).

I settori merceologici più rilevanti, per quanto riguarda le IMPORTAZIONI dalla Bosnia-Erzegovina in Italia, sono quelli relativi a: “Calzature” con un importo pari a EUR 172,5 milioni, in lieve calo  rispetto al 2015 (-3,2%), “alluminio e semilavorati” per EUR 96,1 milioni (+ 31,8%) e da “Abbigliamento esterno confezionato in serie, di sartoria o confezionato su misura” per EUR 34,3 milioni (+18,6%).

Montenegro

L’economia del Montenegro è in forte crescita ,grazie a una serie di fattori positivi come la stabilità delle politiche macroeconomiche, i diritti di proprietà garantiti ,la valuta forte (la moneta usata è l’euro) ,le imposte sui profitti aziendali più bassi d’Europa. Si coltivano cereali, patate, tabacco, agrumi, uva, olive. Discreti i giacimenti di bauxite, lignite, piombo, zinco; l’energia elettrica è prodotta da centrali idroelettriche e da quella termica di Pljevlja. Prevalgono la siderurgia e la metallurgia, la lavorazione del legname e del tabacco, il tessile e l’agroalimentare. In crescita il turismo.

Serbia

La Serbia ,Paese candidato all’adesione all’Unione Europea da marzo 2012 e candidato ufficiale dal 2014 ,beneficia dal 2014 di Fondi Europei dedicati ai seguenti settori prioritari nella cornice dello strumento finanziario di pre-adesione (Programma Ipa) :democrazia e governance , ambiente e azione per il clima , trasporti , energia, competitività e innovazione , istruzione , occupazione e politiche sociali ,agricoltura e sviluppo rurale. La Serbia si è confermata in questi anni come terra di opportunità per gli operatori italiani che trovano in Serbia un territorio nel quale diversificare la propria produzione ed i propri servizi con particolare attenzione ai mercati emergenti ai quali la Serbia è legata da accordi di libero scambio. L’economia serba è stata colpita dalle misure di contenimento della pandemia e si è contratta dell’1% nel 2021. Atteso però un rimbalzo per il 2022 (+5%). Per rilanciare la crescita, il governo è in trattative con Albania e Macedonia del Nord per una “Mini Schengen Balcanica.

Croazia

La Croazia è il secondo partner commerciale dell’Italia avendo un valore di interscambi che si gira intorno ai 6 miliardi di euro all’anno. L’Italia rimane tuttora il principale mercato di sbocco dell’export croato con un valore delle esportazioni croate verso l’Italia di oltre 2 miliardi di euro all’anno. In Croazia il settore primario è l’agricoltura che è concentrata nelle pianure settentrionali; le colture principali sono il mais, il frumento, le patate, la barbabietola da zucchero; lungo le coste si coltivano la vite e l’olivo. Dalle foreste (che coprono il 34,3% del territorio) si ricavano discrete quantità di legname, in gran parte esportato. In Croazia si registrano anche giacimenti di gas naturale e petrolio. Ci sono importanti cantieri navali come anche impianti volti alla siderurgia, la metallurgia, la chimica e la petrolchimica, la meccanica, l’alimentare, il tessile.

Slovenia

La contiguità geografica con l’Italia ,e la totale apertura del confine facilitano i contatti con il mercato sloveno ,in particolare per le PMI ,che sono già presenti in grande numero in Slovenia . Al crocevia tra due importanti corridoi paneuropei (il Corridoio V a est e il Corridoio X da nord a sud) ,la Slovenia dispone di un buon livello delle infrastrutture stradali di telecomunicazioni, porti e aeroporti, favorevole tassazione sugli utili delle imprese, manodopera qualificata e produttiva ,arricchita dalla presenza delle minoranze linguistiche italiane . L’agricoltura è limitata dalla scarsità dei terreni coltivabili a cereali, patate, barbabietola da zucchero e frutta (uva in particolare). Discretamente sviluppato è l’allevamento (bovini e suini).La principale produzione mineraria è quella della lignite. Oltre un terzo della produzione energetica deriva dalla centrale nucleare di Krško (in comproprietà con la Croazia). Allo studio nuovi reattori. L’industria è discretamente diversificata. I settori di base sono la chimica (acido solforico, soda caustica e tannino), la metallurgia (alluminio, piombo e zinco), la siderurgia e la meccanica.

I settori più competitivi sono le telecomunicazioni e il farmaceutico. Di rilievo anche l’industria della carta, il mobilificio e i settori alimentare e tessile.

Albania

La prossimità geografica ,la posizione strategica di vicinanza ai mercati dell’Unione Europea e dell’area balcanica ,la diffusa conoscenza della lingua italiana ,le affinità culturali sono condizioni che rendono tradizionalmente Italia e Albania Partner economici naturali. Anche nel 2021 in nostro Paese si è confermato di gran lunga il primo partner commerciale dell’Albania del totale interscambio di 275 miliardi di euro .I principali prodotti importati in Albania dall’Italia risultano essere prodotti tessili e calzature ,macchinari ,attrezzature e pezzi di ricambio ,alimenti , bevande e tabacco ,materiali per costruzioni e metalli . Le imprese italiane tradizionalmente rappresentano oltre la metà di tutte le imprese straniere attive in Albania ,gruppi industriali medio grandi si sono affermati principalmente nei settori dell’energia .del cemento, dell’agroalimentare e bancario .L’Albania ha buone riserve di lignite, petrolio e gas naturale; produce inoltre cromite, piriti cuprifere, nichel e bitume. La quasi totalità dell’elettricità è prodotta da impianti idroelettrici. A Valona è attiva una centrale termoelettrica. Le industrie principali sono quelle di trasformazione (zuccherifici, lavorazione del legno, del tabacco) e tessili. Attiva l’industria della lavorazione del pesce. Restano in funzione alcuni cementifici, impianti metallurgici (rame), raffinerie (a Ballsh e Fier) e cartiere. Il paese è snodo cruciale per il nuovo gasdotto TAP, inaugurato a ottobre 2020, che convoglia il gas dal Caucaso verso l’Italia, e per il gasdotto IAP verso Montenegro, Bosnia-Erzegovina e Croazia. Diverse aziende italiane hanno spostato in Albania alcuni servizi di assistenza remota alla clientela (call center). Per dare impulso al turismo, il paese ha avviato la costruzione a Vlorë del suo terzo aeroporto internazionale.

In conclusione

Il percorso di adesione dei Balcani occidentali per entrare nell’Unione Europea è una priorità per  l’Unione Europea stessa ed i suoi membri che dal canto loro dovrebbero collaborare per accelerare le riforme, soprattutto in materia di stato di diritto, nonché una cooperazione regionale inclusiva e una ripresa economica sostenibile per mantenere la regione saldamente sulla strada strategica europea. La decisione poi del Cremlino di invadere l’Ucraina e dare il via alla guerra, non ha fatto altro che rendere ancora più stringente la decisione di una integrazione dei Balcani occidentali nella Unione Europea. I paesi dei Balcani occidentali vedono le loro opportunità di sviluppo nell’adesione al processo di integrazione europea, ma allo stesso tempo con maggiori opportunità di coinvolgere il capitale di investitori stranieri che in un quadro attuale della geopolitica europea fa si che nell’ agenda politica dei governi europei soprattutto quelli della Germania, Italia ,Francia aggiungono l’integrazione dei Balcani occidentali come una “questione di credibilità e razionalità geostrategica dell’Unione  Europea”, poiché essa riguarda “la nostra stessa sicurezza, che non può essere raggiunta senza una stabilità dei Balcani occidentali europei”.

Sladan Topuzovic
Il mio impegno continuativo è quello di avvicinare sempre di più l'Abruzzo ai Balcani perché l'Abruzzo ha tutte le carte in regola di diventare la portaerei economico ed infrastrutturale per i Balcani.

Leggi anche