L’Abruzzo e il turismo delle radici

Il potenziale del nostro territorio per il turismo di ritorno

Il Ministero per gli Affari Esteri e per la Cooperazione Internazionale MAECI ha dichiarato il 2024 “L’Anno del turismo delle radici italiane”, con l’obiettivo di intercettare un bacino che ha un potenziale enorme, dato non solo dai circa 5 milioni di italiani attualmente residenti all’estero ma, soprattutto, dai circa 80 milioni di oriundi italiani, ossia discendenti di II, III e IV generazione di emigrati italiani, di cui 8 milioni di viaggiatori interessati a conoscere territorio, cultura, tradizioni, e rafforzare il legame con il Paese di origine.

L’Italia ha un passato segnato da grandi emigrazioni, a partire dall’unificazione del 1861 ha conosciuto un espatrio di quasi 29 milioni di persone. L’Abruzzo è al settimo posto tra le regioni italiane, con 1.254.223 espatri.

Sono 5.652.080 gli italiani che hanno conservato la cittadinanza e sono iscritti all’AIRE, l’anagrafe della popolazione italiana residente all’estero, circa il 10% degli italiani residenti in Italia.

Tuttavia le statistiche ufficiali dei residenti all’estero si riferiscono alle sole cifre degli iscritti all’AIRE, rilevabili di anno in anno dalle iscrizioni anagrafiche dei Comuni. Ben altra però è la popolazione oriunda dei discendenti delle varie generazioni dell’emigrazione italiana che, pur non conservando o non avendo per una serie di ragioni riacquistato la cittadinanza, è italiana per diritto di sangue e delle proprie origini conserva cultura, valori e tradizioni. Quei 29 milioni di italiani espatriati, con le generazioni successive – siamo alla quarta o addirittura alla quinta – hanno prodotto discendenze di padre o di madre, cosicché gli oriundi italiani nel mondo sono diventati, come detto, circa 80 milioni. Esiste dunque nel mondo un’altra Italia, ben più grande di quella dentro i confini, costituita da persone fortemente legate alle proprie radici, che amano l’Italia per la bellezza, la cultura, le tradizioni, l’immenso patrimonio d’arte.

Gli oriundi abruzzesi che vivono nel mondo, inclusi i discendenti di quanti seguirono i primi flussi migratori a partire dal 1860 sono, secondo le stime più attendibili, un milione e 200 mila (a fronte dei circa 200.000 abruzzesi iscritti all’AIRE). Una comunità numerosa, rispettata e molto attiva, una vera e propria regione fuori dall’Abruzzo rappresentata da cittadini, professionisti, imprese, associazioni e realtà economiche che nel loro insieme sono una rete di abruzzesi che condividono, anche senza incontrarsi fisicamente, i valori, i ricordi, i suoni, i sapori e la cultura di una delle terre più belle del mondo.

E’ esattamente a questa platea che si rivolge l’iniziativa del MAECI sul Turismo delle Radici, con l’intento di intercettare non tanto e non solo il “tradizionale” turista interessato a visitare l’Italia per le sue bellezze, ma persone che vogliono conoscere il nostro Paese sia per le moltissime attrattive che offre ma anche e soprattutto per scoprire o riscoprire un territorio che custodisce la loro storia familiare, le loro origini, il loro passato di tradizioni, cultura, legami, le loro “radici”, appunto.

Non si tratta dunque di semplici viaggiatori: il turista delle radici è un potenziale investitore e soprattutto «ambasciatore» dei territori che custodiscono la sua storia familiare (solitamente piccoli borghi).

E i viaggi delle radici da sempre rappresentano un momento di fondamentale importanza per i discendenti degli italiani che avvertono la necessità di avvicinarsi alle proprie origini, attraverso la ricostruzione della storia di famiglia, la visita ai posti in cui vivevano gli antenati e l’approfondimento della cultura e delle tradizioni di tali luoghi.

La nostra Camera di commercio ha realizzato in passato diverse iniziative per le comunità abruzzesi presenti nel mondo, in collaborazione con la rete di Ambasciate e Consolati italiani, con le Camere di commercio italiane all’estero e talvolta con il Consiglio Regionale degli Abruzzesi nel mondo – CRAM. Sono state organizzate Cerimonie di premiazione di lavoratori e figure di particolare spicco, sempre di origine abruzzese ma residenti in Paesi esteri ad elevata presenza di nostri corregionali, quali Canada, Stati Uniti, Australia, Argentina, Venezuela; sono state realizzate missioni commerciali dedicate ed attività varie di promo commercializzazione di prodotti enogastronomici abruzzesi all’estero.

Di particolare importanza è anche il gemellaggio in essere da ben 35 anni tra la città di Vasto e la città australiana di Perth, risultato di un legame fortissimo tra le due comunità e di una condivisione di valori e sentimenti tra la città adriatica e la comunità del West Australia in cui risiedono migliaia di vastesi.

Il tratto costante e dominante di tutte le iniziative realizzate con le comunità abruzzesi nel mondo era ed è sempre la “italianità”, ossia il forte senso di appartenenza al Paese Italia, l’orgoglio delle proprie origini, l’emozione della propria Patria percepita ed amata forse ancora più all’estero che nell’Italia stessa.

Il turismo delle radici si rivolge a questo mondo, con la differenza che stavolta  non è l’Abruzzo che visita e omaggia le comunità di abruzzesi fuori dall’Italia, ma sono gli oriundi abruzzesi residenti nei vari Paesi esteri che vengono a conoscere o a riscoprire il loro Paese d’origine.

A tale proposito, oltre alle diverse iniziative che il MAECI organizzerà nel corso del 2024, “Anno del Turismo delle radici”, ed alle quali la Camera di commercio darà massima disponibilità e collaborazione, verranno sviluppati nei prossimi mesi due specifici progetti di particolare interesse per i “turisti di ritorno”:

  1. Il progetto “Abruzzo Wedding Destination”

Gli sposi che cercano i borghi per il loro matrimonio sono principalmente stranieri, soprattutto figli o nipoti di emigranti che vogliono celebrare il loro giorno più bello riscoprendo le proprie radici. “Il matrimonio del Borgo”, nato nel 2021 come progetto pilota con il Comune di Città Sant’Angelo si è rivelato un’importante occasione di sviluppo economico, culturale, di internazionalizzazione e di destagionalizzazione per le strutture e per gli operatori coinvolti. Il wedding tourism è in continua ascesa in Italia, il 2023 ha confermato la Destination Wedding industry come una importante risorsa per il turismo italiano. Gli Stati Uniti sono il principale Paese di provenienza (29,2%) delle coppie straniere che hanno deciso di celebrare il matrimonio in Italia, anche se oltre il 57% degli eventi sono stati generati da coppie di sposi residenti in Paesi europei.

Dai dati dell’Osservatorio Destination Wedding in Italy curato dal Centro Studi Turistici di Firenze per Convention Bureau Italia e finanziato dal Ministero del Turismo emerge come la scelta per le cerimonie organizzate all’interno dei borghi sia in forte crescita rispetto al passato, posizionandosi con il 14,5% al secondo posto dopo la “villa”, tipologia di location capace di intercettare il maggior numero di preferenze. (23%). Emerge anche una particolare tendenza della domanda a diversificare le aree di interesse, alla ricerca di destinazioni insolite, scenari unici ed eccellenze enogastronomiche, che ha prodotto un incremento delle richieste in molte regioni d’Italia, finora considerate di minor appeal, ed una particolare attenzione sull’area geografica del centro Italia.

L’Abruzzo, ai primissimi posti tra le regioni italiane per numero di borghi capaci ancora oggi di tramandare il patrimonio di emozioni del passato, ricco di eccellenze paesaggistiche e di forti attrattive del territorio (natura, cultura, produzioni agroalimentari di eccellenza), improntato al green ed alla sostenibilità, ha un grande potenziale per il segmento del wedding.

L’obiettivo dell’Ente è dunque quello di replicare su altre realtà il “Matrimonio del Borgo” di Città Sant’Angelo e creare un circuito di borghi che possano proporsi come meta del turismo wedding, e divenire così una vera e propria destinazione turistica – Abruzzo Wedding Destination – per quanti desiderano sposarsi in luoghi suggestivi ed emozionanti, ricchi di tradizioni, cultura e riscoperte legate agli Sposalizi di un tempo.

  1.  Il “Silver Tourism”

E’ una progettualità che intende promuovere il nostro territorio quale meta di turismo nautico, sportivo, congressuale, enogastronomico, culturale, ma con una particolare attenzione nei confronti del turismo degli over 65, segmento con elevato potenziale sia in termini di numeri (i dati della Commissione europea ci dicono che entro il 2030 l’Europa accoglierà 160 milioni di viaggiatori over 65) che di spesa (il Censis ne determina una ricchezza media di almeno il 13% superiore alla media italiana; inoltre, a fronte di una riduzione della spesa del consumo negli ultimi 25 anni pari al 14%, in questa fascia di età invece lo stesso dato è cresciuto del 23,3%).

Questi viaggiatori sono molto diversi da quelli “anziani” di una volta: superano i 60 anni in ottima forma e con una lunga esperienza di viaggi alle spalle.

Ma l’età non è l’unico aspetto che caratterizza il Silver Tourism, non è solo un fatto di anzianità, ma si tratta anche di un modo diverso di intendere un viaggio. Alla dinamicità delle vacanze dei più giovani si contrappongono i viaggi slow e gli itinerari da percorrere, spesso in gruppo, a piedi o in bicicletta con andatura lenta, che accompagna il turista alla scoperta di luoghi nascosti o dimenticati, nel pieno rispetto dell’ambiente e di chi lo ospita.

Si tratta di un mercato, quello dei turisti over 65, che in Italia nel 2022 ha prodotto 7,8 milioni di viaggi su un totale di 55 milioni secondo un trend in continua crescita, e rappresenta una leva strategica per l’ecosistema turistico pure in ottica di destagionalizzazione, considerando che i flussi si concentrano per quasi la metà in primavera, per un dato pari al 46%, il 28% in estate; circa il 19% in autunno e il 7% in inverno.

L’Abruzzo, grazie al mix degli elementi paesaggistici che è in grado di offrire (mare, montagna, collina, lago), alle produzioni enogastronomiche tipiche ed alle sue peculiari caratteristiche ambientali, naturalistiche e di sostenibilità ha sicuramente tutto il potenziale per intercettare questo target turistico alla ricerca di territori slow e green, e l’obiettivo dell’Ente è far sì che alle molteplici attrattive di cui il nostro territorio è ricco si aggiungano i servizi e le infrastrutture che possano comporre un prodotto turistico a tutti gli effetti, destinato al segmento dei turisti della terza età, con un occhio particolare ai turisti di ritorno, originari del nostro territorio.

Tosca Chersich
Dirigente dell'Area Promozione dei servizi alle imprese ed al territorio.

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