Intelligenza artificiale vs intelligenza umana: ChatGPT è un rischio o un’opportunita’?

Questo testo non è stato generato da ChatGPT. L’ho voluto precisare, a scanso di equivoci, come invece provocatoriamente ha fatto un senatore della repubblica, lo scorso 31 maggio, durante la discussione del disegno di legge di ratifica degli accordi Italia-Svizzera sui lavoratori transfrontalieri.

L’intelligenza artificiale non è un argomento nuovo nella nostra società, alcuni tipi di AI esistono da più di 50 anni, ma i progressi nella potenza dei computer, la disponibilità di enormi quantità di dati e lo sviluppo di nuovi algoritmi hanno portato a grandi balzi in avanti nella tecnologia negli ultimi anni.

C’è una data però che sicuramente vedremo letta nei libri di storia della tecnologia: il 30 novembre 2022 il mondo è cambiato come cambiò sicuramente il 12 agosto 1908 quando la prima vettura Model T uscì dalla nuova linea di fabbricazione della Ford. La pensa così Tim O’Reilly, uno dei principali intellettuali della Silicon Valley e padre del termine “Web 2.0”.

Lo scorso 30 novembre infatti, Open AI ha rilasciato ChatGPT e la nuova Intelligenza Artificiale “Generativa” è uscita dai laboratori di ricerca per conquistare in pochi giorni centinaia di milioni di utenti.
Chat GPT è un chatbot, o assistente virtuale, in grado di svolgere numerose funzioni, come dialogare in modo realistico con l’utente, fare domande, chiedere informazioni, tradurre e sintetizzare testi, scrivere ricette e pianificare viaggi, realizzare immagini, risolvere operazioni matematiche, generare codici, elaborare contenuti testuali come articoli, saggi, post social, scrivere e-mail e molto altro. E’ gratuita, ma esistono anche piani a pagamento che consentono l’accesso prioritario a nuove funzionalità.

Le aziende possono utilizzare i modelli di OpenAI per automatizzare processi di marketing e molto altro. Tuttavia in molti hanno espresso perplessità circa una vera e propria sostituzione di mansioni creative, caratteristiche dall’essere umano, in particolare per la produzione di immagini e testi scritti. In realtà, dai dati raccolti dall’Osservatorio Artificial Intelligence del Politecnico di Milano risulta che finora le aziende non hanno sostituito i propri dipendenti con l’AI, ma hanno utilizzato l’algoritmo per offrire un maggior numero di servizi ai propri clienti.

Contemporaneamente sorgono problemi nuovi, dalla gestione della proprietà intellettuale alla protezione della privacy. In Italia, ad esempio, il Garante per la Protezione dei Dati Personali ha bloccato nel mese di aprile, per alcuni giorni, ChatGPT per raccolta illecita di dati personali ed assenza di sistemi per la verifica dell’età dei minori. E’ ancora più recente la Dichiarazione sul rischio AI fatta da esperti di intelligenza artificiale e personaggi pubblici a livello mondiale del Center for AI Safety che esprimono la loro preoccupazione per il rischio dovuto alla AI paragonato ad altri rischi su scala sociale come le pandemie e la guerra nucleare.

Oggi più che mettere l’intelligenza umana contro quella artificiale, dobbiamo capire come sviluppare le competenze digitali e culturali affinché possiamo sempre governare i cambiamenti abilitati dalla tecnologia e garantire la complementarità uomo-macchina. Proveremo ad approfondire il tema anche nei prossimi numeri di Impresa Informa.

Gianluca De Santis
Turismo, digitale, orientamento e sviluppo locale: questi gli ambiti attuali del mio lavoro ma spaziare è il mio hobby preferito. Maratoneta e giocatore di basket: l'altezza da play non l'ho mai vista come un limite ma un'opportunità.

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