Il turismo in Abruzzo ha grandi potenzialità come le imprese che si occupano di questo settore. Nel corso degli ultimi anni molti tra stranieri e italiani hanno scoperto e scelto l’Abruzzo come meta per trascorrere le loro vacanze, ma rimane ad oggi una destinazione ancora di nicchia e per questo apprezzata da chi la scopre.
Molte volte mi sono chiesta come poter far crescere il turismo in Abruzzo senza farlo diventare un’attrazione alla Disneyland come succede spesso alle destinazioni più gettonate sia in Italia che all’estero.
È possibile aumentare o semplicemente migliorare le infrastrutture per accogliere più turisti senza snaturare lo spirito più autentico e selvaggio della nostra magnifica regione?
A mio avviso SI! Come?
Puntando ad un turismo sostenibile e responsabile. Due aggettivi che oggi sono inflazionati e che probabilmente hanno perso agli occhi dei più, il potente significato che si cela dietro di essi. Sostenibilità ambientale, infrastrutturale, culturale; sostenibilità significa anche preservare le tradizioni autoctone e la vita quotidiana di chi abita i territori che vogliono aprirsi a nuovi turismi.
Responsabilità di chi? Per chi? Ognuno di noi deve essere responsabile; la responsabilità del buon padre di famiglia, la responsabilità del buon cittadino, del buon vicino, del buon lavoratore, della buona impresa. Possiamo parlare di responsabilità politica che si prenda in carico le migliorie infrastrutturali di strade, trasporti e edifici, ma anche di una responsabilità del turista che arriva in una destinazione e ha il dovere di trattarla con rispetto e cura. La responsabilità dei singoli cittadini, delle associazioni e delle imprese, di tenere al bene comune ed essere lungimiranti perché il settore turistico potrebbe incrementare notevolmente il benessere economico del luogo.
Mi ricordo che un professionista nel settore del turismo venne a parlare al master che feci a Milano, prendendo come case study proprio una località abruzzese: Pescasseroli. Per farci comprendere come ogni destinazione abbia una capienza massima oltre la quale non è possibile andare se si vuole essere sostenibili nell’accoglienza e verso la popolazione residente. In quella situazione emerse come la carenza in termini di infrastrutture (hotel, camping, B&B, pensioni) possa diventare un grave limite. Quindi, la cosa più ovvia sarebbe aumentare le infrastrutture cioè creare nuovi alberghi.
Ma qui viene in gioco la sostenibilità per i residenti e i viaggiatori e la responsabilità dei tecnici e della classe politica. Nessuno di noi studenti aveva pensato al sistema fognario che era stato creato per un paese di piccole dimensioni e che avrebbe causato disservizi sia all’utenza stabile che a quella di passaggio se fossero state aumentate le unità abitative.
Allora come fare per aumentare il turismo senza danneggiare la destinazione turistica e di conseguenza farla precipitare nel baratro delle mete dimenticate?
Avendo un pensiero laterale: ristrutturando gli edifici che già esistono utilizzando ad esempio la bioedilizia; facendo uso di alberghi diffusi; differenziando e distribuendo durante tutto l’anno le attività da svolgere in base alla stagionalità, quindi creando pacchetti ad hoc per ogni periodo dell’anno.
In sintesi, l’adozione di politiche di turismo sostenibile è fondamentale per ottenere una crescita equilibrata dei territori. L’Abruzzo vanta, come poche regioni al mondo, una biodiversità ambientale, risorse naturali e culturali che devono essere salvaguardate e con cui è possibile promuovere diversi tipi di turismi, tra cui quello naturalistico, sportivo, religioso e enogastronomico.
I dati ISNART 2019/2020 confermano come l’Abruzzo si stia specializzando tra le mete italiane proprio per questi tipi di turismi.
L’Abruzzo viene scelto per lo più da famiglie con bambini e coppie in particolare straniere. I profili predominanti dei turisti sono quelli di reddito medio-basso con una modesta quota di turismo benestante. (fonte: Cresa 2021) È questo il segmento che deve crescere e per far ciò bisogna cambiare la percezione dell’Abruzzo come meta turistica con un lavoro di sinergia tra imprese e amministrazioni locali. A riguardo, da poco, è stato siglato un protocollo d’intesa tra la Conferenza delle Regioni e Unioncamere. Secondo l’assessore Daniele D’Amario – coordinatore della commissione politiche per il Turismo della Conferenza delle Regioni – questo protocollo è un’innovazione strutturale, organizzativa, di promozione integrata, che riconosce al turismo la sua valenza industriale e il suo ruolo primario. (fonte: unioncamere.gov.it)
In definitiva, come osserva D’Amario: “Promuovere il turismo è promuovere il nostro futuro”: io aggiungerei soltanto la parola SOSTENIBILE!