Industria 4.0 – 2023

Il piano nazionale Transizione 4.0  ha previsto una serie di incentivi importantissimi e fondamentali a supporto della trasformazione digitale delle imprese stabilendo  crediti d’imposta che hanno  incentivato:

  • l’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali semplici;
  • l’acquisto di beni strumentali materiali e immateriali 4.0;
  • attività di ricerca, sviluppo, innovazione e design;
  • formazione 4.0;

L’ Indagine 2022 sulle imprese industriali e dei servizi di Banca d’Italia evidenzia come nei 6 anni  successivi al 2017 (anno di rilascio del Piano Industria 4.0) gli investimenti delle imprese sono sempre aumentati tranne nel 2020, anno della pandemia. Il  piano Transizione 4.0,   fortemente potenziato nel periodo 2021-2022 grazie a 13,4 miliardi previsti dal PNRR e a ulteriori 5 miliardi stanziati nel fondo complementare,  secondo l’indice DESI  relativamente alla dimensione dell’integrazione delle tecnologie digitali nelle attività d’impresa ha registrato nel  2022 un posizionamento dell’Italia all’ ottavo posto, prima tra i grandi Paesi europei.
Tuttavia dal 1° gennaio 2023 i crediti d’imposta Industria 4.0 subiscono un drastico ridimensionamento. Infatti la  Legge di Bilancio approvata dal governo per il 2023, non conferma  le percentuali agevolative previste per il 2022, né rinnova l’agevolazione al 50% introdotta dal primo Decreto aiuti per i beni immateriali 4.0.
Ad oggi, dunque, lo schema delle percentuali agevolative a disposizione delle imprese che intendono effettuare investimenti 4.0 e che non hanno effettuato ordini o versato acconti pari al 20% del valore del bene al 31 dicembre 2022, è il seguente:

Investimenti Dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2025 (o 30 giugno 2026 con ordini e acconto entro il 2025 ndr.) Credito d’imposta fruibile in:
Beni materiali 20% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro;

10% per investimenti da 2,5 e fino a 10 milioni di euro;

5% per investimenti da 10 e fino a 20 milioni di euro.

tre quote annuali di pari importo
Beni immateriali 20% per investimenti fino a 1 milione (dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 o 30 giugno 2024 con ordine e acconto pari al 20% entro il 2023);

15% per investimenti fino a 1 milione (dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre
2024 o 30 giugno 2025 con ordine e acconto pari al 20% entro il 2024);

10% per investimenti fino a 1 milione (dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre
2025 o 30 giugno 2026 con ordine e acconto pari al 20% entro il 2025).

tre quote annuali di pari importo

La buona notizia è che la stessa Legge di Bilancio 2023 ha prorogato  al 30 novembre 2023 il termine per ultimare gli investimenti in beni strumentali 4.0 contrattualizzati entro il 31 dicembre 2022 . La precedente scadenza era invece prevista al 30 giugno 2023.

In conclusione è utile ricordare che l’Italia ha risposto durante la diffusione  della pandemia con un incremento della digitalizzazione dei processi, in particolare nelle telecomunicazioni, nei servizi finanziari, nell’editoria, in ambito farmaceutico e nel settore HoReCa, quindi è assolutamente importante proseguire sulla strada della digitalizzazione e sulla formazione non tralasciando anche la possibilità per le imprese di poter continuare ad investire su beni strumentali 4.0.

E’ quindi allo studio  un eventuale ripristino dello schema precedente, con un apposito provvedimento del Ministero delle Imprese e del made in Italy ma, come evidenziato da autorevoli fonti di stampa, molto dipenderà dalle valutazioni della Commissione Europea su un eventuale autorizzazione all’impiego di risorse inutilizzate del PNRR.

Paolo Di Lullo
“My Job, my Passion, my Vision”. Esperienza ultratrentennale nella Pubblica Amministrazione prima nella Camera di Commercio di Pescara e poi in quella di Chieti Pescara dove mi occupo attualmente di Orientamento al lavoro e cultura digitale. Esperto di Business Coaching, mi sono formato come trainer di PNL - Programmazione Neuro Linguistica.

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