Quando si parla di imprese culturali e creative si fa riferimento ad un settore che rappresenta – come risulta dalla Risoluzione del Consiglio d’Europa sul Piano di lavoro dell’UE per la cultura 2023-2026 – una parte fondamentale dell’identità e della cultura europea, e in particolare del nostro Paese, una fonte di ispirazione e di innovazione che fornisce il suo contributo significativo all’occupazione ed all’economia dell’UE.
Per fare chiarezza, il tessuto imprenditoriale che costituisce il nucleo delle attività culturali e creative comprende i seguenti comparti: architettura e design, comunicazione, audiovisivo e musica, videogiochi e software, editoria e stampa, performing arts e arti visive, patrimonio storico artistico.
Queste attività, quando vengono svolte da soggetti imprenditoriali, consentono di individuare e definire la filiera economica culturale. Symbola dedica un rapporto annuale alle imprese culturali e creative (“Io sono cultura”, appena presentato), mentre Unioncamere ha recentemente pubblicato i risultati dell’indagine Excelsior sui fabbisogni professionali e formativi di questo particolare comparto.
Alcuni numeri per dare la dimensione del fenomeno osservato. Le imprese sono complessivamente 275.318, con i due principali comparti architettura e design (pari al 31,9% del totale del settore) e editoria e stampa (pari al 22,8%). Inoltre vanno aggiunte 37.668 organizzazioni non-profit (il 10,4% del totale delle organizzazioni attive). Il valore aggiunto prodotto dall’intero settore è pari a 52,7 miliardi di euro, mentre il livello occupazionale è di 851.431 addetti (corrispondente al 3,3% del totale degli occupati). Se poi alle imprese “core” aggiungiamo quelle “creative driven” (professionisti culturali e creativi attivi in settori connessi anche se non strettamente culturali) il sistema produttivo culturale e creativo sviluppa un ulteriore valore aggiunto di 42,8 miliardi di euro e comprende altri 639.307 occupati. La distribuzione territoriale vede una netta prevalenza della Lombardia e del Lazio, ma va sottolineato che in Abruzzo, in particolare, sono presenti 5.862 imprese, con circa 23.300 occupati ed un valore aggiunto di 1,2 miliardi di euro. Purtroppo il sistema produttivo culturale e creativo rappresenta uno degli ambiti imprenditoriali che ha risentito maggiormente degli effetti negativi dell’epidemia da Covid-19, a causa della sua maggiore propensione al coinvolgimento e alla partecipazione diretta delle persone attraverso spettacoli, rappresentazioni e attività di comunicazione. Tuttavia, dopo un significativo periodo di crisi, nell’ultimo anno il settore ha registrato incrementi positivi: le imprese sono cresciute dell’1,8%, l’occupazione ha visto un incremento del 3% ed il valore aggiunto del 6,8%. Il settore ha saputo rispondere alla crisi con nuove idee e modelli, nonché con lo sviluppo del digitale e con la crescita di contaminazioni con nuovi ambiti economici in transizione, come il turismo, la salute e il benessere delle persone, la sostenibilità ambientale, con una forte connotazione del made in Italy.
Dal punto di vista delle previsioni occupazionali, è interessante notare che l’ultima indagine Excelsior prevede 183.360 assunzioni (+6% rispetto all’anno precedente), di cui 63.330 giovani (con una incidenza del 34,5%), con una forte connotazione per i titoli di studio altamente qualificati (nel 42,7% dei casi è richiesto il titolo universitario), anche se le imprese segnalano la necessità di ulteriore formazione per il 78,4%. Alta però è la difficoltà di reperimento dei profili ricercati, pari al 40,1% dei casi, di cui nel 14,5% per preparazione inadeguata e sorprende in negativo la mancanza di candidati nel 22,8% dei casi, a dimostrazione delle opportunità non sfruttate che il comparto offre. Al primo posto delle figure professionali maggiormente richieste troviamo i tecnici esperti in applicazioni audio, video e gaming (18.070 con una incidenza del 41,3% sul totale), ma numeri importanti presenta anche la famiglia professionale di registi, direttori artistici, attori, sceneggiatori e scenografi (8.810 per il 13,9 % del totale). Siamo di fronte ad un comparto economico di grande interesse che, secondo il rapporto di Symbola, presenta un moltiplicatore di 1,8 come generatore di valore aggiunto sull’intera economia.