Il rapporto “Io sono cultura”

Pubblicato per la prima volta nel 2011, il Rapporto Io sono cultura, promosso da Fondazione Symbola e Unioncamere analizza annualmente attraverso numeri e contributi settoriali il valore del Sistema produttivo culturale e creativo italiano. L’ultima edizione del rapporto sancisce la piena ripresa del Sistema rispetto al periodo pre-pandemia. La filiera ha infatti generato un valore aggiunto pari a 95,5 miliardi di euro, in aumento del +6,8% rispetto all’anno precedente e del +4,4% rispetto al 2019. Anche il numero degli occupati torna a crescere nel 2022, tanto da recuperare gli oltre 43 mila posti di lavoro che si sono persi nell’anno precedente: sono 1.490.738 i lavoratori dell’intera filiera, con una variazione del +3,0% rispetto al 2021, a fronte di un +1,7% registrato a livello nazionale. Una ripresa che vede un Sistema con nuove connotazioni. A partire da una compenetrazione sempre più forte tra digitale e cultura, uscita da una fase prototipale e troppo spesso estemporanea che di fatto sta stimolando il protagonismo delle nuove generazioni, nella fruizione e nella produzione di contenuti culturali e creativi, a vantaggio di un’offerta più attrattiva al passo con la contemporaneità.

Il fenomeno è trainato dai settori in cui la digitalizzazione dei consumi culturali è più consolidata. Tra questi c’è quello musicale – basti pensare alle classifiche e ai grandi eventi (Sanremo inclusa) dominati dalla presenza di giovanissimi -, oltre a quello annesso della radio. Ma anche il mondo della fiction, in cui la tendenza più evidente è quella dei teen-drama. Con il fenomeno Mare Fuori: una serie pensata per la tv generalista – dove non era mai decollata – è riuscita ad esplodere solo quando ha cambiato i suoi canali di fruizione, dalla tv tradizionale alle piattaforme. La centralità dei gusti delle nuove generazioni si afferma anche in settori, come quello della comunicazione, che riguardano trasversalmente buona parte dell’economia, con il rebranding di marchi storici che rinnovano la loro immagine per avvicinarsi alle tendenze più attuali vicine ai giovani.

Il maggior protagonismo delle nuove generazioni nello sviluppo di contenuti è connesso ad una maggiore flessibilità e sensibilità nell’interpretare le incertezze dei nostri tempi. Lo conferma, ad esempio, l’assegnazione della curatela del padiglione italiano della 18ª Mostra internazionale di architettura a Venezia ad un collettivo di architetti millennial. Così anche l’affermazione di designer under 40, nativi sostenibili, dimostrano una capacità di governare meglio la sfida della transizione verde. Anche nell’editoria, in cui è forte la compenetrazione con il digitale sonon sempre di più le giovani scrittrici italiane con pseudonimi inglesi o americani (indispensabili per essere letti sulla community internazionale #BookTok) fattesi notare su Wattpad (la più grande community mondiale di self publishing popolata da migliaia di scrittori e lettori dove le case editrici fanno scouting di nuovi fenomeni letterari) con i loro romanzi, poi acquistati e ripubblicati dalle case editrici tradizionali. Come accaduto a Il Fabbricante di lacrime di Erin Doom, il libro più venduto in Italia nel 2022.

Un dinamismo che dimostra la grande capacità del Sistema Produttivo Culturale e Creativo italiano di adattarsi ai cambiamenti, alle nuove sensibilità e preferenze, confermando il suo ruolo fondamentale per migliorare la nostra società ma anche la nostra economia.

Domenico Sturabotti
Architetto e direttore di Symbola Fondazione per le Qualità Italiane

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