La situazione delle infrastrutture in Abruzzo è ancora fortemente deficitaria sebbene la centralità della questione trasporti nella nostra regione sia da sempre sotto gli occhi di tutti. Sono migliaia infatti le persone che vivono in località periferiche e nei comuni montani per i quali risulta vitale la possibilità di spostamento per lavoro, studio e servizi di vario genere. Un problema che assume una valenza anche sociale se è vero, come penso, che la mobilità sia uno degli elementi su cui si misurano non solo la vivibilità dei luoghi, ma anche i livelli di disuguaglianze presenti nelle comunità. Un territorio poco collegato è un territorio più povero. Un territorio limitato nella crescita collettiva.
In questo scenario, fa ben sperare il Piano nazionale di ripresa e di resilienza che esprime una forte volontà di investire nella mobilità e nelle relative infrastrutture e sottolinea un obiettivo trasversale importantissimo, quello di ridurre i divari territoriali che caratterizzano l’Italia.
Una finalità che assume una valenza davvero strategica per il futuro della regione.