Il mercato del lavoro fra dinamismo ed estraniazione: ri-conquistare i giovani nell’“eta’ della tecnica”

Il primo marzo 2023 la Fondazione CENSIS ha pubblicato il VI Rapporto sul welfare aziendale che analizza i dati emergenti dal mercato del lavoro italiano nel 2022 basandosi su dati Istat 2022.

Dal rapporto emergono, da un lato, le problematiche legate ad aspetti strutturali quali la progressiva regressione demografica italiana che porta ad una rarefazione dei lavoratori più giovani accompagnata da una progressiva crescita del numero degli anziani, dall’altro lato, i più significativi e problematici aspetti legati a componenti socio culturali.

Si evidenzia, infatti, come l’eccessiva mobilità del mercato, caratterizzata da un crescente numero di dimissioni, superiore a quelle registrate nel periodo pre Covid, derivi dalla ricerca di un lavoro più stabile e con maggiori tutele. Alla base della piramide della precarietà ci sono i giovani (39,3%) e le giovani donne (46,3%) che spesso si trovano a subire un part time di tipo involontario oltre ad altre forme contrattuali non standard (tempo determinato, collaborazioni, ecc).

Un mercato del lavoro quindi caratterizzato da un dinamismo patologico legato al rapporto soggettivo che gli italiani hanno con il lavoro: il 46,7% degli occupati lascerebbe l’attuale lavoro e, tra questi, il 50,4% sono giovani, il 45,8% adulti ed il 6,3% sono anziani.

Un’irrequietezza e un’insofferenza diffusa legata a carriere difficili, retribuzioni lente, ridotta rilevanza della qualificazione e, anche, paure sulla nuova instabilità della propria occupazione.

La precarietà percepita è sempre più legata all’incertezza complessiva del contesto ed ai timori legati alle attese rivoluzioni tecnologiche e organizzative che potrebbero sconvolgere, non sempre in senso positivo, le attuali funzioni e addirittura porsi in competizione con il lavoro umano (da ultimo la dichiarazione dell’esperto di AI, Geoffrey Hinton, sui rischi legati al rapido sviluppo dell’Intelligenza Artificiale).

Ma non solo, la retribuzione è considerata inadeguata alle proprie esigenze per il 44,2% degli occupati tra cui il 36,9% sono laureati. Il mercato del lavoro non riesce a premiare chi ha investito risorse, tempo e dedizione ad una crescita che non è solo nozionistica ma anche culturale. Se il proprio lavoro stimola ad acquisire sempre nuove competenze, la spinta deriva più dal timore di restare tagliati fuori dall’evoluzione del lavoro, e non dello stimolo generato da possibili riconoscimenti e gratificazioni aziendali.

Questo appiattimento motivazionale porta ad una visione puramente utilitaristica che considera il lavoro un mero strumento per procurarsi le sostanze necessarie per vivere e non un ulteriore strumento di crescita (non solo professionale!): lo pensa il 64,4% degli occupati e, in particolare, il 69,7% dei giovani che vive il lavoro come una modalità per recuperare i soldi necessari per vivere e per potersi poi dedicare ad attività più gratificanti.

Dall’altro, questo non può che essere il graduale portato dell’età della tecnica che premia il solo risultato ed è cieca alla soggettività, alla creatività e alla crescita umana.

Il classico modello verticale in cui l’azienda rileva e interpreta i bisogni dei lavoratori decidendo di cosa si compone l’offerta non è più sostenibile ma occorre abbracciare un modello orizzontale fatto di ascolto dei bisogni come base per delineare una gamma sempre più ampia di opportunità per i lavoratori e, non dimentichiamolo, per le aziende stesse.

Solo una potente ri-motivazione al lavoro, da ricostruire con opportune scelte nelle aziende, potrà fronteggiare la perdita di priorità del lavoro nelle gerarchie soggettive delle persone.

Una svolta culturale che prenda coscienza dei reali problemi che caratterizzano il mercato del lavoro quali disaffezione, l’estraneazione dal e nel lavoro e la propensione ad andarsene è l’unica via perseguibile per una sana competizione per conquistare e/o trattenere i lavoratori, soprattutto i più qualificati

Valentina Di Bonaventura
Ufficio supporto organi istituzionali e affari generali CCIAA CHPE, Dottore commercialista. Sono appassionata di cinema, letteratura e sport. Mi diletto con le arti creative.

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