Il lavoro mobilita le donne

di Maura Di Marco, responsabile ufficio comunicazione Camera di commercio Chieti Pescara

C’è una giovane designer che si è aggiudicata, a soli ventidue anni, la realizzazione della nuova insegna della Camera di Commercio Chieti Pescara, coordinando ben cinque maestri artigiani abruzzesi (maschi). C’è la testimonianza della componente di giunta dell’ente, protagonista di uno dei primissimi e difficilissimi passaggi generazionali nella sua impresa di famiglia. Ci sono le donne in target, della ricerca condotta dall’Università Gabriele D’Annunzio di Chieti Pescara, sulle professioni del futuro. Ci sono le vincitrici di Phenomena. Le parrucchiere che danno un taglio all’indifferenza e confezionano nuovi look per le donne affette da tumori. Ci sono tante storie, tutte da leggere, in questa calura estiva. Nella trepidante attesa di un autunno caldo in cui la Camera di Commercio Chieti Pescara sarà la protagonista del dodicesimo congresso dell’imprenditoria femminile della macro regione adriatico ionica (23 e 24 novembre in occasione di Visionaria).

Una notizia fresca fresca di questa settimana che ha ridato slancio dopo i dati, non troppo confortanti, del quinto rapporto nazionale sull’imprenditoria femminile, presentato il 27 luglio da Unioncamere. La ripresa post pandemia ha convinto un ulteriore 14% di imprese femminili ad iniziare ad investire nel digitale (a fronte dell’11% delle aziende maschili) e un 12% a investire nel green (contro il 9%). Sembrerebbe, dunque, che le donne d’impresa, si siano lanciate nella duplice transizione che le politiche europee sostengono con forza e che rappresenta il core del PNRR italiano. Ma non senza difficoltà. La metà delle imprese femminili, infatti, ha interrotto gli investimenti o addirittura esclude di volerli avviare nel prossimo futuro. Una situazione complessa da affrontare con urgenza perché il lavoro, è sempre bene ribadirlo, mobilita le donne, aiutandole a trovare una via d’uscita dalle situazioni di violenza familiare e domestica.

Maura Di Marco

Mi chiamavano la bambina dei “perché”. Molto curiosa ed attenta ad ogni sfumatura, cerco sempre di andare a fondo delle cose. Solo così mi sento in un “imperfetto” equilibrio con il mondo e la cosa mi piace tanto.

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