I flussi commerciali con l’estero

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In studio: Paolo Cortese - Centro studi G. Tagliacarne

Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Istat[1], nell’ultimo trimestre novembre 2022-gennaio 2023, rispetto al trimestre precedente, l’export italiano cresce a livello nazionale del +2,9%, mentre l’import diminuisce del 7,7%.

Nonostante negli ultimi 3 anni si siano succeduti due grandi shock come la pandemia da Covid e il conflitto Russia-Ucraina, nel 2022, rispetto all’anno precedente, l’export nazionale in valore mostra una crescita molto sostenuta (+20,0%) e diffusa a livello territoriale seppure con intensità diverse: l’aumento delle esportazioni è molto marcato per le Isole (+58,0%), intorno alla media nazionale per il Centro (+23,4%) e il Nord-ovest (+19,6%), relativamente più contenuto per il Nord-est (+16,0%) e il Sud (+15,4%). Tutte le regioni italiane registrano incrementi dell’export in valore, ad eccezione del Molise (-12,1%): aumenti più marcati per Marche (+82,0%), Sardegna (+61,8%), Sicilia (+56,0%) e Lombardia (+19,1%) che da sola spiega un quarto della crescita dell’export nazionale. La regione Abruzzo registra insieme alla Basilicata aumenti contenuti, rispettivamente del +2,1% e del +0,4%.

In questo contesto, l’export delle imprese delle province di Chieti e Pescara subisce una diminuzione rispetto al 2021 del 6,9%, mentre l’import aumenta del 10,9%. Nel dettaglio, l’export cresce in provincia di Pescara ad un ritmo del +3,3%, mentre flette a Chieti, in misura del -7,9% (l’aggregato della provincia teatina è 9,3 volte superiore a quello di Pescara).

In ogni caso, nel 2022, l’interscambio commerciale delle due province genera un saldo positivo, pari a 2,4 miliardi di euro.

Occorre tenere in considerazione che i dati, e di conseguenza l’intensità delle variazioni, si caratterizzano per un marcato incremento dei prezzi, in particolare dei beni importati e sulle materie prime energetiche.

 

[1] ISTAT, Esportazioni delle regioni italiane, IV Trimestre 2022, 13 marzo 2023;

Commercio con l’estero e prezzi all’import, Gennaio 2023, 17 marzo 2023.

L’analisi della dinamica annuale mostra valori delle esportazioni nelle province di Chieti e Pescara che si attestano nel 2022 su 5,7 miliardi di euro, pari al 65,1% delle esportazioni abruzzesi. Rispetto all’anno precedente diminuiscono del 6,9%.

Le importazioni invece si attestano complessivamente su 3,3 miliardi di euro e rappresentano il 60,4% di quelle regionali. Rispetto al 2021 sono aumentate del 10,9% (passano da 3,022 a 3,352 miliardi di euro). L’aumento dell’import risulta al disotto sia della media regionale (+16,2%) sia della media nazionale (+36,4%).

In entrambe le due province le importazioni aumentano nel 2022 rispetto al 2021: per la provincia di Chieti si registra una crescita del +6,3% (da 2,464 a 2,620 miliardi euro) e del +31,3% nella provincia di Pescara (da 557,9 a 732,4 milioni di euro).

La bilancia commerciale delle due province di Chieti e Pescara presenta quindi un avanzo di circa 2,4 miliardi di euro, in diminuzione rispetto al 2021 quando si attestava intorno ai 3,1 miliardi.

L’analisi dei settori economici mostra una forte vocazione manifatturiera con 5,7 miliardi di euro per le esportazioni complessive delle province di Chieti e Pescara, sebbene si registri una diminuzione del rispetto al 2021 (-6,7%; 2021: 6,110 miliardi di euro). Le esportazioni complessive delle due province sono imputabili per il 90,7% alla provincia di Chieti e le restanti 9,3% alla provincia di Pescara (rispettivamente pari a 5,172 miliardi di euro e 528,12 milioni di euro). Seguono per importanza in termini economici le esportazioni di prodotti agricoli pari complessivamente per le due province a 29,96 milioni di euro, in crescita rispetto al 2021 del +27,6%. La provincia di Pescara è la provincia con maggiore vocazione agricola con oltre la metà delle esportazioni complessive pari a 16,96 milioni contro i 13,01 milioni di euro della provincia di Chieti.

Gli altri settori economici valgono complessivamente 36,81 milioni di euro (B Prodotti dell’estrazione di minerali da cave e miniere, E Prodotti delle attività di trattamento dei rifiuti e risanamento; J Prodotti delle attività dei servizi di informazione e comunicazione; R Prodotti delle attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento e V Merci varie).

L’analisi di dettaglio del settore manifatturiero evidenzia quattro settori maggiormente caratterizzanti l’export delle imprese della Camera di commercio di Chieti-Pescara, che complessivamente rappresentano circa l’80%:

  1. il comparto dei mezzi di trasporto, da cui deriva il 51,2% del valore complessivamente esportato (2,9 miliardi di euro, quasi interamente prodotti dalla provincia di Chieti, fatta eccezione per 22,5 milioni prodotti dalla provincia di Pescara);
  2. il settore dei prodotti alimentari, bevande e tabacco (585,8 milioni di euro, con il 10,3% delle vendite oltre confine, di cui 490,4 milioni della provincia di Chieti)
  3. la meccanica (537,4 milioni di euro di cui 412 milioni di euro della provincia di Chieti e i restanti 125,3 della provincia di Pescara; il 9,4% del totale esportato);
  4. il settore degli articoli in gomma e materie plastiche con 484,4 milioni di euro, pari all’8,5% delle esportazioni complessive, di cui 464,4 milioni di euro della provincia di Chieti.

Tra gli altri settori dell’export figurano il settore chimico, con 375,8 milioni di euro (6,6%), e quello dei metalli, con 346,5 milioni di euro (6,1%).

In tutti i settori manifatturieri si registra una prevalenza della provincia di Chieti rispetto alla provincia di Pescara. Unica eccezione riguarda il settore farmaceutico in cui la provincia di Pescara si attesta a 60,7 milioni di euro (contro 0,8 milioni di euro della provincia di Chieti).

Per quanto riguarda l’analisi dei principali paesi di sbocco nel 2022, la Francia si conferma il principale paese di sbocco per l’export della provincia di Chieti a cui sono destinati beni e servizi per un valore pari a 1,06 miliardi di euro (il 20,3% del valore complessivamente esportato); a seguire troviamo le quote export relative al mercato tedesco (circa 1,02 miliardi di euro, pari al 19,6% del totale) e inglese (445 milioni di euro, l’8,5%). Segue il mercato spagnolo con 353 milioni di euro (6,8% del totale) e quello polacco con 256 milioni di euro (4,9%).

La ripartizione dei flussi commerciali per Paese di destinazione della provincia di Pescara è più diversificata rispetto a quella di Chieti. Infatti, al primo posto della graduatoria gli Stati Uniti assorbono soltanto il 9,9% del valore dei beni e servizi esportati (55,27 milioni di euro). Il secondo paese di sbocco per la provincia di Pescara è la Germania (54,6 milioni di euro, pari al 9,8% del totale); segue la Francia con 48,3 milioni di euro pari all’8,7% del totale. Seguono il mercato spagnolo (27,6 milioni di euro) e quello inglese (25,1 milioni di euro). La Cina invece si classifica in settima posizione con 20,5 milioni di euro, dopo l’Austria (22 milioni di euro).

Per quanto riguarda invece la ripartizione dei flussi commerciali per Paese di provenienza, la provincia di Chieti nel 2022 ha importato principalmente dalla Francia per un valore economico pari a 518,72 milioni di euro (19,8%); segue la Germania con una quota pari al 12% per un valore di 315,39 milioni di euro. In terza posizione troviamo la Spagna (8,8% con 231 milioni di euro), prima degli Stati Uniti e della Cina (rispettivamente con 143,18 milioni di euro e 141,30 milioni di euro).

La provincia di Pescara invece importa principalmente dalla Germania per un valore pari a 130,59 milioni di euro e dalla Cina per un valore di 83,69 milioni di euro. Segue la Francia (59,75 milioni di euro) e la Polonia (47,11 milioni di euro).

Per quanto riguarda gli scambi commerciali con l’Ucraina e la Federazione Russa, l’export della provincia di Chieti verso i due paesi è diminuito nel 2022 rispetto agli anni precedenti, come effetto del conflitto. Nel 2022 la provincia di Chieti ha esportato verso la Federazione Russa prodotti per un valore complessivo pari a 22,8 milioni di euro contro i 54,2 milioni di euro del 2021 e 46,5 milioni di euro del 2020. Le esportazioni invece verso l’Ucraina sono passate da 20,3 milioni nel 2020 a 9,4 milioni di euro nel 2022.

La provincia di Pescara invece ha esportato nel 2022 prodotti verso la Federazione Russa per un valore di 10 milioni di euro, in lieve aumento rispetto al 2021 (8,8 milioni di euro). L’export invece verso l’Ucraina è rimasto invariato intorno a 2,9 milioni di euro.

Le importazioni invece dalla Federazione Russa e dall’Ucraina sono aumentate in entrambi i casi per la provincia di Chieti. Si passa infatti da un valore economico di prodotti importati dalla Federazione Russa nel 2020 pari a 2,6 a 3,8 milioni di euro, sebbene nel 2021 si sia registrato un picco di 6,8 milioni di euro. Anche le importazioni dall’Ucraina aumentano progressivamente: si passa da 5,5 milioni di euro nel 2020 fino a 10,8 milioni nel 2022.

Anche le importazioni dalla Federazione Russa e dall’Ucraina sono aumentate per la provincia di Pescara. Le importazioni dalla Federazione Russa aumentano da 1 a 1,1 milioni di euro dal 2020 al 2022 mentre quelle dall’Ucraina da 449 mila a quasi 1 milione di euro.

 

 

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