Economia, previsioni, rincari energetici e strategie anticrisi

A settembre 2023, con l’ausilio del Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne, è stata condotta un’indagine alle imprese di Chieti e Pescara, con la finalità di valutare l’impatto dei rincari energetici sperimentati nell’ultimo biennio, le strategie di adattamento, i comportamenti green, il processo di digitalizzazione, le dinamiche produttive 2023 e le attese per il 2024.

Tra i principali risultati dell’indagine emerge come il 29,8% delle imprese delle province di Chieti e Pescara ritiene che, nel 2022, i rincari sperimentati siano stati moderati, rispetto alla maggior parte delle aziende italiane (28,4%) che giudica fortissimo l’impatto degli incrementi di costo. I settori economici nelle due province hanno tuttavia reagito in modo diverso: moderato per le imprese commerciali (38,1%) e altri servizi (37,8%) e forte nelle imprese industriali (25%). A livello dimensionale, l’impatto è moderato per le imprese con meno di 9 addetti e oltre 50; forte per quelle con 10-49 addetti. Nel 2023, la situazione nelle due province si assesta ulteriormente, con circa un’impresa su due che ritiene moderato il rincaro dei costi energetici.

Per fronteggiare gli incrementi, la maggior parte delle aziende delle province di Chieti e Pescara (45,4%) non ha aumentato i prezzi di vendita per compensare il rincaro energetico e la compensazione è avvenuta in minima parte (25,9%). A fronte di ciò, le imprese di Chieti e Pescara indicano margini aziendali positivi al di sotto della media italiana (29,8% contro 36,5%), mentre il 38,5% ritiene di aver ottenuto un margine negativo (32,5% le aziende italiane).

Nello specifico, il 36,6% delle imprese delle due province ha previsto nel 2023 un livello di fatturato identico al 2022, mentre il 38% prevede un aumento. L’aumento è previsto dal 17,6% delle imprese agricole, da circa il 40% di quelle industriali e commerciali. Il 30% delle imprese con meno di 9 addetti prevede un aumento, mentre quelle medie-grandi sono pari rispettivamente al 37,9% e al 48,7%.

Le principali strategie adottate dalle province di Chieti e Pescara per essere competitive sono:

  • aumento della qualità e della varietà dei prodotti;
  • produzione su misura (Tailor made) delle richieste del cliente;
  • investimenti in brand e comunicazione.

Per contrastare gli incrementi dei costi energetici, seppur moderati, le imprese intervistate hanno adottato o prevedono di adottare principalmente strategie finanziarie (37,1%) e investimenti in impianti di energia rinnovabile (29,3%). Il 28,8% delle aziende invece non ha adottato alcuna strategia. Inoltre, le imprese chietine e pescaresi hanno investito in processi (36,1%) e in prodotti a risparmio energetico (13,2%) al di sopra della media nazionale (rispettivamente 32,4% e 9,3%). In tale contesto, le imprese maggiormente impegnate negli investimenti sostenibili sono quelle con oltre 50 addetti. Dinamica che proseguirà anche per il periodo 2023-2025 ove le imprese delle due province continueranno ad investire in sostenibilità più intensamente rispetto alla media nazionale.

Il 32,2% delle imprese intervistate ha installato un impianto fotovoltaico (al di sopra della media nazionale) ed un ulteriore 16,6% ha intenzione di effettuare tale investimento. Il fotovoltaico è la principale fonte per le imprese di qualsiasi dimensione. Le piccole aziende ricorrono in minima misura anche all’eolico; le medie al solare termico; le grandi all’ idroelettrico, geotermico e solare.

Non mancano le difficoltà. Escludendo i casi in cui l’attività non è idonea all’investimento, i primi 3 ostacoli riscontrati nelle due province di Chieti e Pescara riguardano: insufficienza di risorse economiche (13,8%); mancanza di interesse del management (9,2%); alti costi delle materie prime (6,9%).

Con riferimento alle tecnologie digitali, il 24,9% delle imprese intervistate ha adottato tecnologie 4.0 (41,5% la media nazionale). Quasi un terzo delle imprese industriali e del commercio hanno adottato tali tecnologie (rispettivamente 31,6% e 28,6%); una quota che scende al 17,6% per le imprese agricole e al 20,3% per gli altri servizi. Le medie-grandi imprese sono quelle più virtuose, mentre solo il 10% delle piccole imprese le ha adottate.

Le principali tecnologie adottate dalle imprese sono i Big data e analytics (23,4% nelle due province), cloud computing, simulazione fra macchine connesse, robotica (20,8%), IoT (19,5%) e la sicurezza informatica (18,2%), con effetti sull’organizzazione interna (66,2%) e sull’assetto tecnologico (46,8%).

Anche in tal caso non mancano difficoltà, nuovamente legate a risorse economiche insufficienti (10,2%), incertezza sul futuro (7,8%), mancanza di interesse da parte del management (6,2%).

Paolo Cortese
Responsabile Osservatori sui fattori di sviluppo - Centro Studi G. Tagliacarne

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