“Cosa vuoi fare da grande?”
Una domanda che tra asilo ed elementari scatenava il putiferio per la spontaneità e l’entusiasmo della risposta che noi, ancora bambini, davamo.
Astronauti, medici, aspiranti musicisti, il lavoro di mamma e papà ma, soprattutto, benzinai … tanti benzinai.
“Perché proprio il benzinaio?” Chiedevano le maestre. E la risposta non si faceva attendere: “Perché prendono tanti soldi.” Beata innocenza.
In una Nazione dove si esulta per il calo della disoccupazione al 7,8%, mentre quella giovanile cala al 22,3%, la situazione è salva solo ed esclusivamente per la presenza di molti lavoratori “anziani”, perché se andiamo a considerare solo la percentuale giovanile isolata, quel 22,3% è molto simile al tasso di disoccupazione del 1933 negli States del periodo Hoover- Roosvelt (23%), quando ci fu un’impennata sulle imposte con la conseguente batosta sulla domanda aggregata e recessione qualche anno dopo, fra depressione e scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Se aggiungiamo il tasso delle persone inattive, ovvero che non sono occupate e non cercano occupazione, scopriamo che è in crescita ed è al 33,8%.
Una situazione tutto tranne che rosea se proiettiamo il tutto al futuro, in un’economia che è retta principalmente da over 40-50.
In tutto ciò il sistema di istruzione non dà una mano: scuola/università e mondo del lavoro sono sempre più scollati tra loro, per non parlare dei pregiudizi decennali che si sono creati attorno a determinati indirizzi scolastici come i professionali, visti come i “parcheggi” di chi non vuole studiare; nulla di più sbagliato, in quanto oggi si cerca sempre più lo specialista di quella professione.
Per riassumere, manca una vera e propria sensibilizzazione alla professione, che sia propria o alle dipendenze di qualcuno, un circuito di modelli sbagliati che non derivano comunque solo dalle sinergie assenti fra le istituzioni pubbliche e private, ma anche dagli stessi genitori, spesso troppo impegnati più come allevatori che come educatori.
La Camera di commercio, in questo processo di sviluppo delle sinergie territoriali, propone incontri, seminari, azioni e strumenti con finalità formative, di orientamento e di valorizzazione del capitale umano, volti alla conoscenza del mercato del lavoro e del tessuto produttivo locale, all’educazione all’autoimprenditorialità e alla cultura di impresa, anche attraverso esperienze di affiancamento e osservazione diretta in azienda.
Fra le iniziative in tal senso, di importanza è il progetto Excelsiorienta (excelsiorienta.unioncamere.it), la nuova piattaforma di Unioncamere con dati statistici ed informazioni per aiutare gli studenti a scegliere un futuro professionale in linea con i propri talenti e le proprie passioni, con due sezioni dedicate: una agli studenti ed una per genitori ed insegnanti.
Nel particolare la Camera di commercio Chieti Pescara ha avviato Think your Job, una serie di incontri in cui oltre a presentare lo strumento di Unioncamere, illustra la situazione del mercato del lavoro, i casi di successo, nonché un momento di competizione attraverso l’uso del Business Canvas You, uno degli strumenti basici per sviluppare le idee di impresa, anche in termini di introduzione al business plan per eventuali finanziamenti europei.
Perché il problema, che molti adulti di oggi non si pongono, è che i bambini e i ragazzi di oggi saranno i lavoratori di domani, e quando sento alla radio una speaker indignata che afferma: “Ma vogliamo farli diventare laureati in anticipo questi giovani?”, sulla volontà del Ministero di inserire in educazione civica una parentesi sull’educazione stradale, capisco che i primi a dover essere sensibilizzati ed educati non sono i ragazzi, ma gli adulti, la maggioranza ancora chiusa nel suo mondo di “beata innocenza”, che pensa che stia andando tutto bene, incapace di vedere i problemi altrui, riluttante a comprendere che la questione di altri un giorno diventerà propria, mancante della volontà di capire che solo una reale sinergia tra pubblico e privato potrà portare a un nuovo Risorgimento italiano.