C’era una volta Colle Rosa

Se quest’azienda fosse una storia sarebbe un racconto tratto da “Fiabe di animali magici”, una raccolta curata da Italo Calvino sul finire degli anni ‘50. Uno spaccato di vita quotidiana, con delle pennellature di fantastico e surreale. Ascoltando la storia di Cristiana, della sua famiglia, del suo maialino Giuliano, della dolcissima Etna e dei suoi Alpaca, ho avuto la sensazione di trovarmi in un mondo semplice e al contempo straordinario: una normalità che, oggi, sembra sempre più lontana, ma che è importante tornare a cercare e proteggere. A raccontarcela è proprio Cristiana Lauriola, giovane imprenditrice pescarese, che gestisce assieme a suo fratello l’azienda di famiglia.

Cristiana, come nasce Colle Rosa?

Colle Rosa è una piccola azienda a conduzione famigliare nata più di sessant’anni fa con i miei nonni.  È stata ereditata, poi, dai miei genitori che hanno permesso a me e mio fratello di crescere in un ambiente contadino, immersi nel verde tra natura e animali. Da qualche anno ormai, dopo aver intrapreso un percorso di studi completamente diverso, ho scelto di tornare definitivamente in azienda: ho ereditato vecchi saperi e tradizioni di una volta, ma ho apportato anche qualche novità, fra cui le passeggiate e lo yoga con gli Alpaca. Mi sento fortunata a poter condividere le mie giornate con gli animali e l’idea di aprire le porte della mia fattoria nasce proprio dalla consapevolezza di questa fortuna: mi sono detta “Perché non permettere a chi non può farlo di vivere a stretto contatto con loro?”.

 

Qual è la sua idea di impresa e perché è importante, oggi, percorrere la strada della sostenibilità?

Confucio diceva “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai nemmeno un giorno in tutta la tua vita” ed è questa l’idea che, a mio avviso, dovrebbe muovere tutti gli imprenditori. Fare della propria passione un lavoro non è cosa semplice, ma mi ritengo fortunata in questo: io e mio fratello siamo stati educati fin da piccoli ad uno stile di vita sano e sostenibile, circondati dagli animali e in mezzo alla natura, per cui non è stato difficile appassionarmi a quello che oggi è il mio lavoro. Tuttavia, quella che per noi è la normalità non lo è per tutti. Credo sia necessario fare un passo indietro, abbracciare un’idea di vita genuina e sostenibile, per il bene dell’ambiente che ci circonda, degli animali e di noi stessi: abbiamo bisogno di tornare a respirare e non c’è un posto migliore della natura per farlo.

Di recente le è stato riconosciuto l’Oscar Green di Coldiretti Giovani Impresa, per il suo contributo alla tutela della biodiversità e all’ arricchimento del territorio. Ci racconti di questo importante risultato.

Sono fermamente convinta che quando si mette il cuore in quello che si fa i risultati prima o poi arrivano e l’Oscar Green ne è la prova: è stato un traguardo tanto bello quanto inaspettato, portare la mia quotidianità su quel palco mi ha trasmesso un’emozione incredibile. Mi sono sentita fiera di me, della mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto, e dei miei animaletti, ormai parte integrante della famiglia. È una grande soddisfazione vedere che il nostro lavoro è ricercato e apprezzato, ci spinge a fare sempre meglio.

 

In chiusura, un consiglio alle aspiranti imprenditrici.

Credere sempre in ciò che si fa. Sicuramente non è facile avviare la propria impresa e costruirla da zero, ma la costanza e la perseveranza ripagano sempre. Se c’è una cosa che ho imparato stando a contatto con i miei animali è quella di non avere mai fretta nella vita: le cose più belle vengono costruite a piccoli passi.

Caterina Manolio
Ufficio Organizzazione, Performance, Personale. Giurista di professione e formatrice per passione. Mi lascio entusiasmare da tutto, specialmente da quello che non so.

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